Nasciamo soli. Cresciamo insieme.
“Lorenzo tu sei come le piante grasse, cresci senza disturbare, ti basta un goccio d’acqua e un po’ di luce”.
Ecco. Ce l’ho. L’ultima volta che ho letto io e te nel titolo di un libro mi sono ritrovata a pensare, come un’illustre nonna d’epoca, che non esistono più i libri di una volta.
Ma ora è diverso. “Io e te”, è vero, narra dell’amore, narra dell’adolescenza, narra della crescita, narra della vita, ma narra anche di quelle piccole fragilità così forti da spezzarci anima e corpo.
Lorenzo, quattordicenne misantropo, di buona famiglia e dal “sé gigantesco” decide di rifugiarsi in cantina. Si. Decide di trascorrere una finta settimana bianca in cantina, nascosto tra mille scatoloni, a vivere una vita che gli va stretta, una vita che non sente sua, tra scatolette di tonno, mobili anni 50’, coca-cola e pensieri. Lorenzo ama pensare. La mente è il suo rifugio più sicuro. Ha provato a far nuoto, ma l’acqua nelle orecchie gli opprimeva i pensieri. Ha provato ad affacciarsi alla finestra, ma tutto ciò che né ha ricavato è stato solo una falsa imitazione di una vita animale poco probabile.
Chi, se non un assurdo seppur realistico personaggio, minaccia di interrompere questo idillio tra il suo sé e il suo “into the wild”? Olivia aprirà al ragazzotto magro, introverso e tormentato un mondo nuovo. Un mondo adulto. Insomma, il mondo.
E se da un lato vi è un riciclato e ormai datato tema centrale quale l’adolescenza, e il susseguirsi di difficoltà che portano alla crescita, dall’altro Ammaniti, come ci ha insegnato in passato, riesce a trasmetterci, attraverso un taglio veloce e una descrizione adrenalinica, il flusso di pensieri del piccolo Lorenzo in modo concitato, crudo e quasi surreale.
Le reminescenze alla reclusione e alla redenzione rallentano un po’ la crescita del romanzo (breve direi), ma riescono a catturare l’interesse del lettore che, forte degli eventi Hitchcockiani, sa che in fondo tutto può succedere in una cantina buia e umida. Allora via ad uno scambio intenso di emozioni e pensieri tra due ragazzi divisi solo da un’infanzia diversa e una crescita ancora troppo lontana. Dunque la montagna c’è, bisogna scalarla e forse è meglio farlo insieme.
Olivia, nota calda di una composizione dai toni altissimi, trasforma il racconto in un ponte verso la realtà. Una realtà perfettamente espressa nel prologo e nell’epilogo, i quali freddamente si distaccano da un romanzo fugace e toccante.
La montagna c’è, bisogna scalarla e forse è meglio farlo insieme.
Io e Te
Niccolò Ammaniti
Einaudi (Stile libero big)
p.116, brossura