Un altro ritratto di lettrice appassionata da appendere nella galleria di LetteraTu.
1) Alessandra, raccontati un po’ ai lettori, una breve ma succosa biografia essenziale. Così, senza il vincolo di precise e ficcanti domande, userai l’ombra e la luce a tuo piacimento.
Cosa posso dire riguardo ad Alessandra Distefano? Sebbene la conosca da una vita, è sempre difficile parlarne… Credo che per tutti parlare di sé sia una delle imprese più complicate, provo a gettare uno schizzo mettendo in risalto quello che ritengo si specchi in ciò che scrivo. Sono nata a Milano dove ho vissuto fino all’età di otto anni, poi la mia famiglia si è trasferita in Sicilia, a Randazzo, le scuole medie e il liceo classico li ho frequentati qui per poi riapprodare a Milano per l’università e successivamente ritrasferirmi in Sicilia per lavorare nella farmacia di famiglia. Milano e la Sicilia sono dunque i “contenitori” in cui si è svolta la mia esistenza, e io credo che i luoghi non siano mai muti, i luoghi parlano di noi e parlano con noi, sono la cassa di risonanza delle nostre emozioni, come lo sono le persone a noi care, anche quelle che non vediamo più, di cui però continueremo a sentire l’eco. Milano, i navigli, i pomeriggi caldi e assolati della Sicilia sono ricorrenti nelle mie poesie, come spesso affiora il tema del tempo che scorre, a tratti troppo lento o troppo veloce. Il mare è un altro protagonista indiscusso, la quiete che ritrovo sedendomi in riva, poi traspare l’amore per le parole e quello per i miei familiari, genitori, zii e nonni… Mia sorella Annamaria è protagonista di molte poesie del primo libro, così come mia nonna Maria, un gigante nel mio cuore, cui è dedicato il libro. A distanza di tredici anni, nella seconda raccolta “Quello che manca è l’anima” (Edizioni Arianna 2013), gli stessi temi sono ancora presenti: i colori, i giochi di parole, il divertimento nel giocare con queste che sono le mie amiche e il mio amore di sempre. In questa seconda raccolta però appare il personaggio più importante della mia vita, la mia adorata bambina Maria Giulia. A lei sono dedicate delle poesie che rappresentano il mio amore e sono il tributo a questa piccolina che nel ricevere la vita mi ha dato la vita, perché i figli fanno questo strabiliante dono! In questo secondo libro posso vantare la prefazione del nostro comune amico giudice-scrittore Santino Mirabella e la postfazione dell’amico cantastorie Luigi Di Pino, entrambe molto belle. L’ultima tappa saliente è stato il conseguimento nell’estate 2015 del titolo di giornalista pubblicista, questo mi permette di esprimermi mediante un’altra forma di scrittura ed anche in questo caso… Continuo a divertirmi!
2) Perché leggere? Cosa chiedi a un libro, cosa ti aspetti per non scaraventarlo nel cestino della carta o relegarlo in soffitta?
Leggere mi è sempre piaciuto, diciamo che è una cosa che per me è sempre stata “interessante”. Leggo per curiosità e leggo tutto: libri, giornali, opuscoli, manifesti… Tutto! Leggo per respirare, per farmi trascinare in dimensioni nuove, leggo per essere a tratti qualcun’altro, per vedere le cose con occhi diversi dai miei. E leggo perché voglio scrivere: nessuno può essere uno scrittore senza essere prima e soprattutto un ottimo lettore. L’unico limite è diventato il tempo, che è sempre meno, ma è una mia necessità e faccio in modo di ricavarlo. La condizione necessaria è che il libro sia emozionante, che trasmetta sensazioni e invece la cosa che non accetto proprio da un libro è: la volgarità a tutti i costi, quella volgarità fatta di parolacce adoperate per impressionare lettori poco addestrati, forse non allenati. Chiunque debba ricorrere ad una parolaccia per farsi leggere, è meglio che rinunci: evidentemente non ha contenuti sufficienti.
3) Perché scrivere? Come e quando hai cominciato?
Perché scrivere? Scrivo da sempre, ho iniziato a undici anni con le prime poesie. Tecnicamente non c’è un “perché”, scrivere è un mio bisogno, una necessità, è il mio modo di “assomigliare” a me stessa, la mia voglia di esprimere al meglio i sentimenti, gli stati d’animo. Il bisogno di arrivare sulle cose dall’alto e con grazia prendere un’immagine o un’emozione, esprimerla con le parole perfette ed appoggiarle delicatamente sui fogli. È il mio amore per le parole, un mio debito verso di loro, le parole non mi hanno mai abbandonato, io non le ho mai forzate però… Mi faccio strumento della mia passione, quando le parole arrivano io mi faccio trovare con amore.
4) L’autore o autrice che ami di più. Il libro che porteresti con te in viaggio nello spazio, te ne viene concesso solo uno.
Io amo moltissimo Oscar Wilde, Fernando Pessoa, Alessandro Baricco e Carlos Ruiz Zafón. Se devo scegliere un libro solo, piango dieci minuti e poi alla fine porto Castelli di rabbia di Baricco. Ha dei personaggi estremi e meravigliosi che mi somigliano e delle immagini che non mi abbandonano mai.
5) Un episodio particolare della tua vita (triste, divertente, curioso) legato a un libro.
L’episodio più emozionante è senza dubbio legato al mio primo libro di poesie, Inverno segreto, pubblicato da Gianni Iuculano editore nel 2000. Ricordo con precisione il momento in cui Arnoldo Mosca Mondadori mi disse che Alda Merini avrebbe scritto la prefazione del libro e avrei potuto avere la copertina di Alberto Casiraghy! Mi sembrava di non poterlo credere, mi sono sentita come un’eletta, come se fossi stata promossa nella classe più enorme che esista, era come se quella prefazione mi abilitasse a sentirmi a tutti gli effetti un poeta… Quelle vibranti parole spese da Alda Merini per me rappresenteranno sempre il mio grande orgoglio letterario, il premio dei premi, una medaglia da esibire nelle pieghe dell’anima per sempre.
6) Cosa stai leggendo e cosa stai scrivendo in questo periodo?
Io vicino al letto ho una scatola con dentro i miei libri del cuore, quella decina di testi che sfoglio quasi quotidianamente, quando mi voglio raccogliere e rasserenare so che sono accanto a me. A parte quelli della scatola sto leggendo Il labirinto degli spiriti di Carlos Ruiz Zafón, autore che amo molto. Invece sto scrivendo Beethoven al chiaro di luna, un progetto letterario che potremmo definire per semplicità una raccolta di testi di vario genere, per la maggior parte racconti. Il tutto nasce da un’idea che mi è venuta a metà novembre, ho messo un APPELLO su Facebook in cui chiedevo ai miei contatti di darmi uno spunto su cui scrivere. “Commentate questo post con una fotografia, una poesia, una canzone, un’idea che avete: qualsiasi cosa che abbiate voglia di veder diventare una storia, io scriverò di quello”. Avevo voglia di scrivere, di raccontare qualcosa, di esercitarmi, di vedere cosa possa interessare a quelli che definisco “gli altri “, voglia di capire le coordinate di questa società rappresentata dai miei contatti sul social network più popolare del momento. Non nutrivo grosse speranze o grandi numeri, invece la sorpresa più bella: sono arrivate un sacco di risposte: fotografie, canzoni, una poesia in dialetto siciliano, la richiesta di scrivere una favola, che in realtà è diventata una filastrocca e persino la proposta da parte di una mia amica di raccontare la storia vera della bimba che ha avuto dopo molti anni di tentativi.
Grazie, Alessandra, per il tuo tempo e le tue risposte.