«… io mi prendo e mi scaravento nella vita, cieca come un pipistrello, ma in volo! È questa la spietatezza, penso.»
Elizabeth Strout, Mi chiamo Lucy Barton, ed. it. Einaudi
Per una volta, faccio una nota in calce a una citazione. Premesso che a me questo libro piace come gli altri della Strout che ho letto, mi chiedo: glielo avrebbero mai fatto pubblicare, se non fosse l’Elizabeth Strout che ha vinto il Pulitzer 2009 con Olive Kitteridge e ha pubblicato altri romanzi di successo? In Italia, uno sconosciuto riuscirebbe mai a pubblicare un libro così (poca trama, narrazione frammentaria, capitoli brevissimi, molto intimista, nessun colpo di scena)? Quanti leggerebbero un libro così, se l’autore non fosse arcinoto? Domande retoriche.
Rosalia Messina