Ritratto di Antonella e Alessandra Stoppini, due lettrici appassionate.
Ciao, Alessandra e Antonella. Sono affascinata dalla gemellarità, dal rapporto complesso tra due persone così vicine e intime tra loro. E sono molto curiosa di sentire le risposte che ciascuna darà alle mie domande sulla lettura! Inizieremo dalle origini, da quando è nata la vostra passione per la lettura e dall’influenza del vostro essere gemelle (se c’è stata) su questa passione. Mi raccomando, ciascuna dia la sua risposta, sarà divertente confrontarle!
Il primo libro che avete letto è lo stesso per entrambe? Raccontateci le emozioni del primo libro che ricordate. Leggevate insieme o ciascuna per conto suo, da piccole? Ne parlavate?
Alessandra: Il primo libro in assoluto che ho letto è stato 365 favole della buonanotte che avevo trovato sotto l’albero di Natale avvolto in una luccicante carta da regalo rossa. Il libro, un po’ rovinato, si trova ancora nello scaffale più alto della libreria del nostro salotto. Ricordo l’emozione nello sfogliare le pagine, i bellissimi disegni che testimoniavano il cambio delle stagioni. Mi facevano pensare al fatto che il tempo passava in fretta. No, da piccole ciascuna leggeva il proprio libro, semmai dopo lo scambiavamo, “leggilo Toni, vedrai quanto ti piacerà…” le dicevo, e Antonella, già allora curiosa per natura, subito s’immergeva nella sua lettura. Dopo che entrambe avevamo letto il medesimo libro, ne parlavamo commentando i personaggi e la trama. Fin da piccole siamo sempre state due corpi e un’anima sola, anche se con gusti e carattere diversi, solitamente i commenti combaciavano perfettamente!
Antonella: Ho letto per primo Il mondo di Beatrix Potter, bella raccolta di favole con protagonista Peter, il coniglio della scrittrice britannica. Il volume me l’aveva regalato per il mio compleanno la mia adorata zia Teresa che conosceva la mia passione per gli animaletti di peluche, infatti allora possedevo un coniglietto dolcissimo un po’ spelacchiato. Dopo aver letto il libro, corredato dai meravigliosi disegni della stessa autrice, lo passai alla mia gemella.
Le abitudini di lettura sono molto varie. Quali sono le vostre? Il luogo in cui ciascuna di voi preferisce leggere, i tempi (c’è chi ha bisogno di avere davanti a sé molto tempo per leggere, c’è chi si accontenta di farlo anche approfittando dei momenti inutilizzabili altrimenti, le attese in banca o dal medico), ne parliamo?
Alessandra: Preferisco leggere d’inverno nella mia camera, distesa sul letto, in assoluto silenzio, facendo ogni tanto qualche pausa per osservare il cielo e il passaggio delle nuvole. In estate invece leggo di fronte al mare e questa volta è l’azzurro della distesa infinita marina che mi fa compagnia. Leggo in fretta, anche perché faccio tutto di fretta, tornando indietro quando una frase o un concetto mi hanno particolarmente colpita.
Antonella: Mi piace rimanere assorta nella lettura in poltrona o sul divano, condizione indispensabile è che non deve volare nemmeno una mosca attorno a me, perché mi compenetro talmente che entro nelle pagine del libro, dalle quali mi rimane difficile risvegliarmi.
Adesso sarebbe bello se ognuna di voi raccontasse ai lettori un libro che l’ha appassionata e dicesse se questa lettura ha in qualche modo influenzato la sua vita.
Alessandra: Sono tre i libri che mi hanno colpita e appassionata, letti in tre stagioni diverse della vita. Il primo è Piccole donne di Louisa May Alcott. Anche questo volume è gelosamente conservato nello scaffale più alto della libreria. Il libro mi fu regalato dalla maestra di scuola Clara Lupi in occasione della Prima Comunione. La maestra scrisse anche una dedica: “Alla bambina Alessandra…”. Avevo solo otto anni ma intuii che in quel testo c’era tutto: amore, passione, dedizione, coraggio, tenacia, morte, guerra…
A tredici anni m’imbattei in Un albero cresce a Brooklyn di Betty Smith e scoprii un nuovo mondo. Francie Nolan, la protagonista, mi assomigliava (entrambe possedevamo una fantasia straordinaria e un grande amore per la lettura). Il libro non lo dice ma io sono certa che Francie da grande, grazie alla sua testardaggine avrebbe saputo compiere il più bello dei sogni: quello americano. A vent’anni, una sera passeggiando nello stand dedicato ai libri organizzato all’interno della Festa dell’Unità, il mio sguardo incrociò un piccolo volume, L’età dell’innocenza di Edith Wharton. Fu amore a prima vista per il libro e per chi l’aveva scritto. La lettura del testo influenzò la mia vita: ecco come un uomo e una donna, imbrigliati da rigide convenzioni e regole sociali, potevano continuare ad amarsi per tutta la vita, divisi da un oceano.
Antonella: Durante una vacanza al mare a San Benedetto del Tronto, correvano i primi anni Settanta, Alessandra si fece regalare da nostra madre Signorinette di Wanda Bontà nella mitica edizione Mursia. Indimenticabili le avventure delle tre amiche Renata, Iris e Paola nell’Italia prima dello scoppio della II Guerra Mondiale. Che felicità quando noi gemelle scoprimmo che esisteva il seguito del romanzo, Signorinette nella vita dove le tre amiche entravano nel mondo degli adulti. In quella libreria di San Benedetto del Tronto (chissà se ci sarà ancora…), il gentile libraio, divertito dal nostro entusiasmo, volle regalarci il cofanetto contenente i due volumi. Inutile aggiungere che il cofanetto esiste ancora. Avevo circa quindici anni quando lessi Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, volume indispensabile per comprendere le differenti dinamiche maschili e femminili, scritto da una donna geniale.
Quando un libro non ti prende, Alessandra, lo abbandoni o continui fino alla fine? Salti le parti noiose e ripetitive? E tu, Antonella?
Alessandra: Sono lapidaria e drastica: lo cestino senza pietà e non lo recensisco ovviamente!
Antonella: È difficile che un libro non mi piaccia anche perché prima di iniziare a leggerlo chiedo sempre il parere di Alessandra, che difficilmente sbaglia. Ha sempre avuto un grande fiuto letterario.
Leggete solo prosa o anche poesia e testi teatrali? Ci sono generi letterari che evitate in modo assoluto?
Alessandra: Mi piace rileggere le composizioni della mia poetessa preferita, Emily Dickinson, oltre a qualche sonetto di William Shakespeare, e spesso rileggo le commedie di Eduardo de Filippo, soprattutto prima di andare a teatro a vedere la rappresentazione com’è recentemente accaduto per Le voci di dentro. Non mi piacciono i libri di fantascienza, mi annoiano profondamente.
Antonella: Scelgo anch’io Emily Dickinson aggiungendo John Keats ed Elisabeth Barrett Browning: Vorrei citare, “In quanti modi ti amo? Fammeli contare. Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all’altezza che la mia anima può raggiungere…”. Esiste forse una dichiarazione d’amore più bella di questa? Anche per me pollice verso nei confronti dei libri di fantascienza.
Quando leggete un libro e poi vedete il film che ne è stato tratto, restate deluse? È capitato che abbiate letto un libro solo per curiosità suscitata dalla trasposizione cinematografica di esso?
Alessandra: Sì, capita spesso che rimanga delusa dalla trasposizione cinematografica, forse perché nella mia mente già mi ero fatta un personale film del romanzo. Non è accaduto con la trasposizione cinematografica del libro L’età dell’innocenza, bravissimi Daniel Day Lewis e Michelle Pfeiffer magistralmente diretti da Martin Scorsese. Da piccola illuminante era stata la visione del film Un albero cresce a Brooklyn di Elia Kazan trasmesso su Rai 1. Sì, mi è capitato di leggere un libro solo per la curiosità suscitata dalla sua trasposizione cinematografica, cito per tutti Il trono vuoto di Roberto Andò dal quale il bravo regista ha tratto nel 2013 il film Viva la libertà con uno strepitoso Toni Servillo in versione “gemellare”.
Antonella: A volte anch’io come Alessandra sono rimasta delusa dalla trasposizione cinematografica. Spesso invece è accaduto l’esatto contrario, mi riferisco alla riduzione cinematografica di Ragione e Sentimento tratto dal romanzo di Jane Austen. Il regista di Taiwan attraverso la visione della campagna inglese ha saputo cogliere in pieno le diverse sfumature del carattere delle sorelle Dashwood: Elinor, impulsiva e passionale, Marianne, ragionevole e intuitiva. Sì, anche a me è capitato di leggere un libro solo per la curiosità suscitata dalla sua trasposizione cinematografica, ricordo Maurice di James Ivory con un giovanissimo Hugh Grant tratto dal romanzo pubblicato postumo di Edgar Morgan Foster, autore di Camera con vista, altro libro prima divorato per poi vedere il film, regista sempre Ivory, con Firenze nei primi anni del Novecento vista attraverso lo sguardo di Miss Honeychurch.
Cosa state leggendo adesso e quale sarà la prossima lettura?
Alessandra: In questo periodo di limbo estivo, in attesa delle novità autunnali, sto leggendo un bel libro, L’onore sopra ogni cosa (Neri Pozza) di Kathleen Grissom.
Antonella: In curiosa attesa delle novità autunnali sto leggendo Bandiere rosse, aquile nere (Piemme) di Guido Cervo e Di fiato, d’amore e vento (Edizioni Cinquemarzo) di Pasquale Capraro.
Grazie, Alessandra e Antonella, per il vostro tempo e le vostre risposte.