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“Il primo passo” di Antonio De Palma oltre la superficie delle cose

“Il primo passo” è un titolo che evoca molte immagini suggestive. Metaforicamente, l’espressione il primo passo allude a tante situazioni diverse: il passo può andare (avanti) verso la pace, verso l’amore, verso la guerra, verso la conclusione di un accordo commerciale o delittuoso. Può portare indietro e far allontanare obiettivi desiderati o pericoli temuti. Il primo passo per guarire, il primo passo per crescere, il primo passo verso la rovina economica o il successo.

Nel caso di Antonio De Palma, si tratta anche di un primo passo letterario, cioè di un’opera prima, di recente edita da Il giovane Holden Edizioni. Questa raccolta di quattordici racconti ha la freschezza dello sguardo che l’autore posa sul mondo. Ma freschezza non è da intendere come ingenuità. Antonio De Palma ha uno sguardo profondo, attento agli aspetti magici e poetici del reale, che non sono visibili a tutti. È questo ciò che si prefigge l’autore, lo dice fin dal sottotitolo. Vuole raccontare storie di vita. Vuole spingersi, con la sua scrittura, attraverso la realtà. Non intende fermarsi alla superficie, ma si propone appunto di attraversarla, di vedere oltre e mostrare al lettore cosa c’è, cosa ci può essere, le infinite possibilità che chi compie il primo passo verso la conoscenza incontra in quell’oltre.

C’è il sentirsi parte del cosmo. Ci sono vite ordinate, regolate da meccanismi esatti, che si sgretolano sotto l’urto improvviso dell’irrazionale sempre in agguato. C’è l’anelito alla libertà, il desiderio di fuggire da gabbie spesso autoimposte. C’è il passaggio dall’infanzia all’età adulta, con l’acquisizione di consapevolezze che questo transito comporta. Ci sono creature aliene. C’è il rapporto con la natura, ci sono i sentimenti essenziali, le esigenze basilari degli esseri umani. Ci sono la vita e la morte, la fede, il naturale e il soprannaturale. L’andamento a volte è fiabesco; i simboli sono forti, come i cancelli chiusi che sbarrano il passo a un ragazzo “travolto dalla voglia di libertà”. Anche l’immagine di copertina è un simbolo potente dell’esistenza umana e del suo dipanarsi: un albero che con i colori misti del suo fogliame, i rami fioriti e quelli spogli, tutto insieme, abbraccia le stagioni che si susseguono. Tutto, in questi racconti, è in movimento. I personaggi sono in molti modi diversi in viaggio e ogni viaggio inizia con un primo passo. Poi a volte l’autore ci fa intravedere dove il cammino può condurre, a volte la meta rimane misteriosa e resta il senso dell’attesa, della ricerca di una verità intuita che non si riesce a possedere e che forse può salvarci la vita.

Rosalia Messina