E’ difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
Pier Paolo Pasolini
L’alfa e l’omega nella vita di uomo straordinario.
Ecco come si può definire la figura della madre nella vita di Pier Paolo Pasolini. A quarant’anni dalla morte di un intellettuale unico nel panorama letterario italiano, probabilmente nessuna delle sue poesie riesce a consegnarci un più fedele ritratto.
L’amore per la madre è un vincolo che lo stringe fin dall’infanzia. Pur nella consapevolezza che si tratta di una passione morbosa ed esasperante, il nostro autore ne avverte l’inevitabile necessità.
La madre è l’unica donna che lo conosce nelle pieghe più profonde e contraddittorie del suo animo. Un sentimento che resta senza soluzione, un cordone che non si recide.
L’amore che ha per sua madre è l’ostacolo maggiore alla completa realizzazione della sua vita sentimentale, è l’origine del senso di inadeguatezza che avverte nell’accettare la propria omosessualità. Tuttavia, la solitudine non è assenza di desiderio, anzi. Pasolini vorrebbe dei rapporti carnali, materialmente vivi. Eppure, l’assolutezza dell’amore per la madre impedisce il suo appagamento amoroso.
Ecco che la poesia non è solo l’ammissione, prima alla sua coscienza e poi a tutto il mondo, dell’ineluttabilità di questo amore, ma è soprattutto una supplica, un disperato appello alla donna affinché non lo lasci andare mai completamente, perché gli rimanga accanto, lo accompagni in una primavera eterna.
Struggentemente autentici, questi versi riportano alla mente il ricordo di un intellettuale irreversibilmente tormentato. Ci consegnano la confessione più intima di un uomo che ha fatto della sua vita un esempio, un dipinto originale e senza tempo.