Fate bene attenzione
fate bene attenzione
essi muoiono nell’aria direttamente.
E fate bene attenzione
fate bene attenzione
essi divulgano i loro proclami all’aria direttamente.
Fate bene attenzione o volpi
fate bene attenzione o coccodrilli
fate bene attenzione o morti:
abbiam rammentato spesso la libertà
in questi tempi.
. . . . . . . . . .
E quando la gente pensa alla libertà
questo significa che qualcosa di grave aleggia sul mondo.
Quando due amanti discorrono sulla libertà
questo significa…
che una catastrofe sta per distruggere il cuore della terra.
E quando il cuore bisbiglia di libertà
questo significa…
che un tiranno deve assolutamente morire…
Nazìh Abu Afash
Un poeta arabo, siriano per la precisione, tra i più noti. Nazìh Abu Afash, una voce contemporanea che irrobustisce la sua penna con una manifesta denuncia di mancanza di libertà e insieme con un monito di speranza.
In giorni, mesi, anni tanto difficili per il destino dei popoli mediorientali, arabi in senso lato, è importante soffermarsi sulla sensibilità di chi osserva dall’interno e combatte con l’arma della scrittura una situazione insostenibile.
Questa poesia è di qualche anno fa, ma ben si adatta a quello a cui stiamo assistendo. La storia di questi popoli è da decenni sempre la stessa. Tale componimento, in particolare, molto chiaramente riflette sul concetto di libertà. Lo fa senza scomodare ragionamenti macchinosi, ma con una semplicità di immagini che non lascia indifferenti.
Effettivamente, in via generale, quando si discorre sul concetto di libertà, su che cosa significhi avere oppure essere privato della libertà, già si avvertono i sintomi di un disagio. Pregnante ed esemplificativo- perché possibile nella vita di ognuno- è l’esempio addotto dal nostro poeta. Due amanti che discutono sulla libertà del rapporto che vivono, è una coppia sulla quale già pesa un malessere.
Tutti sono d’accordo che una vita senza libertà di agire, non è vita. Il poeta siriano conosce bene la condizione del cuore che bisbiglia libertà, ma in un mondo così aperto, il problema di una parte così consistente del pianeta diventa il problema di tutti.
La riflessione del poeta siriano può diventare rapidamente la riflessione di ognuno. Il nostro tempo, oltre alla coscienza, non ci permette di voltarci dall’altra parte. Nazìh Abu Afash oggi parla al mondo, più che alla sua gente.