Un saggio sulla morte di Federico Aldrovandi. Dopo un decennio di parole, grida, slogan, scontri, articoli, fumetti, libri, film, c’era bisogno di parlarne ancora? La mia risposta è si. Più che mai. Ce n’è bisogno perché la vicenda non ha ancora una lettura condivisa, non ce l’ha da parte degli appartenenti alla polizia, non ce l’ha da parte della famiglia e non ce l’ha nella pubblica opinione.
Alessandro Chiarelli
Edito da Faust Edizioni nel Marzo 2015 questo saggio-romanzo prova a districare i nodi di una vicenda assai complicata di cui tutti hanno sentito almeno una volta parlare. Primo numero di una vera e propria collana di criminologia, “Reato di Lettura”, racconta e narra la vicenda che ha coinvolto questo giovane, Federico Aldrovandi, morto in una mattina come tante altre per mano dello Stato. Verità conclamata. Giuseppe Chiarelli, autore del romanzo e responsabile dell’Ufficio minori della questura di Ferrara, analizza in questo romanzo\inchiesta i giorni relativi alla vicenda e tutta la vicenda legale che ne è seguita con rigore e perizia ma soprattutto con minuzia di dettagli e particolari.Nel testo, edito con estremo coraggio e imponente senso civico dalla Edizioni Faust, l’autore analizza le sentenze, i dettagli giuridici, i tragici eventi che hanno portato alla tragica morte di Federico Aldrovandi. Parlare della morte di questo giovane figlio continua ad essere difficile nonostante siano stati stabilite colpe, pene e condanne.
L’analisi di Alessandro Chiarelli, sebbene lo stesso possa essere accusato di aver realizzato un’analisi faziosa e di parte, rappresenta la prima opera che al contrario si sforza di andare oltre alla facile condanna, all’errore di chi, senza riserve ormai, non è stato in grado di rappresentare di fronte alla legge e alla pubblica opinione “l’agente modello”. Eppure a Ferrara ci sono stati altri casi simili a quello di Federico Aldrovandi finiti nel dimenticatoio e questo è stato pubblicamente affermato dallo stesso Alessandro Chiarelli, che per quanto provi a trovare una spiegazione logica al fatto, non può che ammettere e constatare che a Ferrara quella mattina non ci sono stati agenti modello.
In questo saggio-inchiesta in cui vengono analizzati i fattori concomitanti alla tragedia avvenuta in via Ippodromo dieci anni fa un fatto regna sovrano, la morte del giovane Federico Aldrovandi non ha ancora trovato una risposta e forse ha un’unica certezza, non la troverà mai.
Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l’anima a forza di botte.
Un Blasfemo, Fabrizio De Andrè