Un bambino impaziente suona controvoglia una sonatina di Diabelli. Una madre distratta si chiede come fare per far venire più volentieri suo figlio a quelle lezioni di piano. Un’insegnante brusca e autoritaria si spazientisce.
Si apre così Moderato Cantabile, romanzo di Marguerite Duras apparso per la prima volta nel 1958, e appartenente alla corrente francese del Nouveau Roman. Un incipit apparentemente tranquillo e quotidiano viene sconvolto da un grido, che fa affacciare subito il bambino alla finestra. Che cosa è successo in strada?
In un bar poco lontano un uomo ha appena ucciso la sua amante. Quando Anne Desbaresdes, la madre, scende in strada, nota che l’uomo si disinteressa completamente di ciò che accade intorno a lui. Riesce a guardare solo la sua amata a terra, ormai senza vita. La bacia, e si sporca le labbra con il suo sangue. Questa scena, i suoi colori, le sue dinamiche rimarranno profondamente impresse nella memoria di Anne. Il giorno dopo, mentre passeggia con il figlio, fa in modo di finire proprio in quel bar, dove incontra Chauvin, un operaio ossessivamente invaghito di lei. Attraverso numerosi bicchieri di vino e numerosi incontri, Anne cerca di ricostruire insieme a quell’uomo la storia d’amore della donna assassinata e dell’uomo che l’ha uccisa, arrivando a identificare se stessa in quella vicenda, in un vortice di passione, ubriachezza, memoria e soppressione di istinti che non potrà mai soddisfarla veramente.
Moderato Cantabile è un romanzo molto breve, ma in cui, da un punto di vista tradizionale, non succede molto. Ciò che l’autrice riesce a comunicare molto bene è il senso di oppressione, morte e noia che opprime Anne: donna dell’alta società, fa una volta alla settimana un’incursione nei quartieri popolari per accompagnare il figlio alla lezione di piano. Ma da quando assiste all’assassinio, qualcosa la attira verso quel luogo. Attraverso i dialoghi con Chauvin, intravediamo la vita monotona e opprimente alla quale Anne è condannata. Ed è soprattutto nel dialogo che si risolve la struttura di questo romanzo etereo, che trova nel titolo la chiave di lettura per un’atmosfera dolce e tranquilla. Il ritmo con cui le pagine si susseguono è lo stesso della sonatina: un espediente narrativo piuttosto interessante.
Tuttavia, non è un romanzo che mi abbia appassionato o mi abbia trascinato verso qualche tipo di riflessione. Nonostante sia evidente la qualità di un’opera originale e curata, in cui ogni dettaglio è importante, ho fatto molta fatica a proseguire nella lettura. Ho apprezzato, in ogni caso, la fitta rete di simboli e rimandi, e la volontà di denunciare la situazione di oppressione e solitudine di una particolare condizione femminile.