Ho deciso di leggere I Trasfigurati di John Wyndham (Superbeat 2015, uscito per la prima volta in italiano nel 1957 per la collana Urania) per due motivi. Per prima cosa, mentre la terza di copertina recita: “uno degli scrittori inglesi più noti della seconda metà del Novecento”, io non avevo assolutamente idea della sua esistenza. Così ho deciso di colmare la lacuna immediatamente. In secondo luogo, la trama mi sembrava estremamente accattivante.
In uno scenario post-apocalittico, nel quale la nostra civiltà contemporanea è presentata come quella appartenente agli Antichi e occultata da secoli di distanza, un ragazzo scopre ben presto di avere dentro di sé uno strano potere. David, infatti, è in grado di comunicare attraverso il pensiero con sua cugina Rosalind. In un mondo come il loro, dove vige una legge severissima che impone la Purezza e la somiglianza alla vera immagine di Dio, una caratteristica come la loro potrebbe essere presa come una pericolosa deviazione. Le deviazioni, a Waknuk e in generale nello stato del Labrador, sono costituite da qualsiasi animale, pianta o essere umano che venga alla luce con caratteristiche diverse da quelle stabilite dalla norma. David si rende conto per la prima volta, ancor prima di capire quanto la sua telepatia sia pericolosa, di cosa significhi davvero rispettare la norma quando incontra Sophie. Entrambi hanno dieci anni, sono bambini, ma non possono fare a meno di venire a contatto con una realtà estremamente crudele. Sophie e la sua famiglia vivono lontani dal centro cittadino, perché sono costretti a tenere segreto il difetto che farebbe classificare la bambina come una deviazione. Sophie è nata con sei dita per ciascun piede.
David non riesce a capire come un difetto così minuscolo possa rendere Sophie una deviazione. Gli è stato insegnato che le deviazioni sono pericolose e malvagie, che sono figlie di Satana. Ma a lui Sophie sembra una bambina normalissima, e trascorre con piacere molti pomeriggi a giocare insieme a lei. Un giorno, per una casualità, il segreto di Sophie viene scoperto. In quel momento, a causa della spietata caccia all’uomo che ne segue, David comincia a capire la reale pericolosità della sua stessa deviazione. Decide, insieme agli altri ragazzi con cui riesce a comunicare attraverso le forme-pensate, di fare di tutto per non farsi scoprire e di condurre un’esistenza il più possibile rispettosa della norma.
Ma vivere tenendo dentro di sé un segreto così grande si rivela, con gli anni, sempre più difficile. In un crescendo di tensione e di scoperte sempre più sorprendenti sulla loro abilità, Rosalind, David e Petra, la sorellina più piccola del ragazzo, dotata di un potere ancora più straordinario, sfideranno le rigide regole della loro società, mettendosi a dura prova.
Ciò che sconvolge di più di un romanzo del genere è vedere la propria società trattata come qualcosa di antico e sotterrato, qualcosa di dimenticato quasi del tutto e parte di un passato lontanissimo e sconosciuto. Ciò che a noi, oggi, sembra la normalità, diventa nel romanzo di Wyndham qualcosa di misterioso, di cui non si conoscono bene i dettagli e che viene travisato continuamente. Gli unici documenti rimasti sono la Bibbia e una lista di Pentimenti, che portano la società di Waknuk a diventare così timorosa delle deviazioni e così severa nel punirle. Bisogna essere grati ad un romanzo del genere, perché si inserisce in quella categoria di opere letterarie in grado di ricordarci che ciò che diamo per scontato non lo è affatto, e che il nostro considerarci all’avanguardia, il nostro attaccamento al progresso, la nostra idea di evoluzione, sono tutti concetti tanto fondanti quanto relativi. Senza sfociare nel nichilismo, senza arrivare a dire che allora nulla ha veramente senso, questo romanzo riesce a farci riflettere sul modo in cui viviamo quotidianamente. Nello stesso tempo, la riflessione arriva fino all’idea di essere umano in generale, a quello che è in grado di fare, agli estremi a cui è in grado di arrivare quando le condizioni esterne cambiano, sfuggendo al suo controllo. I trasfigurati è un libro molto bello e molto umano, capace di scatenare emozioni forti e capace, soprattutto, di insegnare a chi sta leggendo che gli unici limiti che abbiamo, in quanto esseri umani, sono molto spesso quelli che noi stessi ci imponiamo.