«A lungo ho preferito che non si sapesse tutta la verità.
Ma adesso è giunto il momento di spiegare fino in fondo la scelta di Chris.»
Carine McCandless
Nonostante siano passati ben ventitre anni dalla morte di Chris McCandelss ancora una volta si torna a parlare con grande attenzione della sua storia e non perché si sia smesso di farlo nel corso di questo lungo periodo. Nel 1993 è stato Jon Krakauer a pubblicare uno dei più letti e famosi articoli della rivista «Outside», intitolato «Death of an Innocent». Krakauer racconta la storia di Chris McCandless che aveva trovato la morte in Alaska, dopo aver abbandonato la famiglia e aver vissuto per alcuni periodi senza denaro, viaggiando da solo nelle terre estreme. Ne è partito un ampio studio durato tre anni che ha portato Krakauer a scrivere un libro di grande valore “Into The Wild” e da cui è stato tratto un film dall’omonimo titolo, con l’esemplare regia di Sean Penn.
Molti hanno considerato Chris un utopista visionario, molti altri un pazzo senza un minimo di ragione, altri un irriducibile ribelle. Tutto questo gran parlare ha reso Chris McCandless un mito, ritengo suo malgrado, perché rappresenta pienamente l’immersione panica totale di vita, sogni e ideale di libertà. Ma alla fine la verità arriva a dissipare tutti i dubbi e questa è la storia di Carine McCandless, perché superato il mito, questo giovane aveva una vita reale, una famiglia e una sorella che amava e da cui era profondamente amato.
A quasi vent’anni dalla pubblicazione del libro di Kraukauer e a otto dall’uscita del film di Sean Penn, Carine McCandless ha reso nota, con questo magnifico romanzo, “The Wild Truth” edito da Corbaccio e presentato al Salone del Libro a Torino, tutta la verità sin ora celata e lo ha fatto con una forza, un coraggio e una sensibilità che non pare di questo mondo. Mette nero su bianco la storia della vita di Chris e della sua vita, racconta la storia della propria famiglia, di quel padre violento che le ha segnato l’esistenza, di una madre sottomessa, vittima e complice degli stessi soprusi e la necessaria scelta di Chris di fuggire tutto ciò. Quello di Carine McCandless è un viaggio doloroso e drammatico nel mondo dei ricordi che hanno nel tempo scalfito la sua anima senza affondarla, ma nasce soprattutto dalla necessità di ripercorrere quell’infanzia ardua, segnata dalla brutalità, in una famiglia solo apparentemente paga e felice. Tutto questo ha portato Chris a prendere la decisione più importante della sua esistenza e che gli costerà la vita: quel viaggio nelle terre estreme, non capriccio di un giovane senza passioni, non voglia di spingersi oltre i limiti consacrati dell’esistenza umana, un viaggio dal quale non è più tornato e che gli ha tolto la vita, quella fisica, ma che gli ha restituito la vita stessa, quell’armonica e luminosa musica senza cui non avrebbe potuto vivere.
Si accorsero allora che solo la vita simile alla vita di chi ci circonda,
la vita che si immerge nella vita senza lasciar segno, è vera vita,
che la felicità isolata non è felicità. […]
Era questo che amareggiava più di ogni cosa.