“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una vita sola: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni. C’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.” Ciro, 24 anni, vive a Napoli e parla per interposta persona. Forse avrà pensato che non c’è proprio niente da aggiungere a certe frasi. Le parole di Umberto Eco infatti sono un’arma senza eguali quando si tratta di esprimere tutta questa voglia di storie, di avventure, di drammi, di passioni. Di vite, insomma. Voglia che Ciro ha e anche i lettori come lui hanno. Ma Ciro non ha Eco al suo fianco, Ciro è davanti a una tastiera del computer, forse è solo. Le sue dita continuano a pigiare i bottoni. E questa volta le parole sono le sue:
“Piuttosto che leggere la notifica su facebook, preferisco leggere un racconto o un romanzo”.
“La letteratura è un modo di intendere il mondo e lo spirito , come lo sono anche la pittura, il cinema, la musica e le altre arti. Gli unici limiti sono che, se ci si immerge troppo, si rischia di non distinguere più la realtà dalla fantasia, un po’ come Don Chisciotte”.
“Leggo innanzitutto per un arricchimento culturale, ma anche per staccare la spina dalla realtà spesso troppo monotona e uguale a se stessa”.
Quando gli chiedi i suoi 5 libri preferiti non si affida a nessuna premessa, non ti dice che ce ne sarebbero tanti, che può solo nominare i primi che gli vengono in mente, no. Per amor della semplicità, del risparmio di tempo, Ciro sembra già esserseli preparati da tempo questi titoli: Il bar sotto il mare di Stefano Benni, Tito Andronico di Shakespeare, La corsia numero 6 di Anton Cechov (che poi è anche il suo scrittore preferito), La fattoria degli animali di George Orwell e Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. E viene fuori subito anche il libro che proprio non ce l’ha fatta a finire, ovvero Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, il libro che più l’ha deluso, L’ombra del vento di Zafon, il primo che ha letto in assoluto, Il piccolo principe e infine quello che sta leggendo adesso, L’amore ai tempi del colera di Marquez.
Ciro è fatto così, non ha bisogno di preamboli, di esitazioni. Tranne quando gli chiedi una ragione per cui sarebbe meglio non leggere. Non riesce proprio a immaginarsela, poi incalzato da un “devi stare al gioco, dai…” finisce per dirti che “se non ti piace staccare la spina e il mondo come ti viene offerto per te va bene, allora puoi anche non leggere.“
E tu, Ciro, se un giorno il mondo dovesse andarti bene, non smettere di leggere. In ogni caso, ci sono sempre altre vite da vivere!