«Mi sono sempre ritenuto una persona fortunata, pensa un po’, e lo sono davvero. Discreta intelligenza, fisico robusto, genitori amorevoli, benessere socio-economico, natali in un Paese del primo mondo. Insomma sono stato dotato di tutto quello che serve per raggiungere senza particolari sforzi gli obiettivi standard di un’esistenza: nello studio, nel lavoro, nelle relazioni. Come potrei non dichiararmi fortunato? Ma paradossalmente è proprio la mia fortuna a rendermi un eccellente uomo senza palle. Perché chi veramente le palle ce l’ha, e dimostra di averle, è chi si deve fare un mazzo tanto per vivere, chi si deve spaccare la schiena dalla mattina alla sera, chi è dovuto partire da zero, chi non ha avuto le spalle coperte, chi perde ogni giorno e ogni giorno si rialza, chi è condannato a non emergere e lotta ogni attimo per portare a casa un pezzo di pane, un po’ di dignità, di giustizia.»
Gianluca Antoni, Il peso specifico dell’amore (Italic – Pequod, 2012)