Corre all’indietro questa notte il vento
mi risucchia, le date, le date
come carte che cadono dal gioco.
Mentre taccio nel letto e non respiro
per sentire le raffiche, mi disfo
come sempre ho sognato sono solo
dentro il grembo del vuoto, mi colpisce
a tratti tra le costole la gioia.
Adriano Sansa
Un poeta in procura.
Adriano Sansa è un magistrato, giornalista e scrittore italiano. Ha cominciato a pubblicare poesie molto giovane, alla fine degli anni ’60 e oggi la critica lo considera una delle voci poetiche italiane più apprezzabili.
Le cifre caratterizzanti dei suoi componimenti sono la precisione, la raffinatezza, la cura del dettaglio.
Brevi e intensi schizzi, spesso prive di titolo, le poesie di Sansa sono frecce che colpiscono dritto il bersaglio.
Questi pochi versi sono tratti da “Il dono dell’inquietudine”, raccolta pubblicata nel 2003, giudicata subito un prodotto di pregevole fattura.
Il poeta scatta una fotografia che ci fa riflettere sul ritmo, sui tempi della nostra vita. Il contenuto ben si modella sullo stile utilizzato dal nostro autore.
Un uomo, come noi, come tanti. C’è un senso di ansia e di inefficienza. Spesso il tempo non basta e la fatica è troppa.
I sogni, che pur si manifestano, non possono sfaldare la bolla di vuoto entro cui ci muoviamo e nella quale ci affanniamo.
Come un sussurro di vita, di tanto in tanto arriva ance la gioia.
Suggestivo e sorprendente è l’effetto che il poeta raggiunge. Non possiamo non vedere e comprendere l’uomo che narra il suo momento. Quel vento quasi è percepito dalla nostra mente. Quelle date risucchiano anche noi. Poi, finalmente, una piccola fitta anche alle costole.