Il sei gennaio del 1907 Maria Montessori apriva la sua prima scuola a Roma. Da allora fino a oggi circa 20.000 scuole in Italia e nel mondo continuano a proporre un’educazione basata su una metodologia sviluppata dalla stessa Montessori a partire dal 1897. Il suo metodo, conosciuto in tutto il mondo, mette al centro il bambino come essere completo, pensante e creativo il quale è interpretato come soggetto autonomo e responsabile, in grado quindi di operare delle scelte concrete e realizzabili (La scoperta del bambino).
La pedagogia montessoriana ha come protagonista il bambino che opera scelte indipendenti sul suo percorso formativo, sceglie liberamente le attività didattiche cui dedicarsi e per quanto tempo, coopera con altri bambini raggruppati in fasce di età al fine di sviluppare le sue doti creative, organizzative e sociali. Come scrive la Montessori in L’autoeducazione, i materiali didattici sono programmati per far sì che il bambino possa interagire con l’ambiente esterno e con gli altri in una molteplicità di esperienze e situazioni formative in modo da poter crescere e apprendere non solo attraverso i libri ma soprattutto dai suoi compagni e dall’interazione con ciò che lo circonda. I materiali stessi sono scelti dal bambino in modo da invogliare la sua spontaneità e stimolare autoeducazione e autocorrezione.
L’infanzia è un periodo della vita di enorme creatività, entusiasmo e spontaneità in cui il bambino deve essere lasciato libero di relazionarsi con l’ambiente e gli altri al fine di assorbirne caratteristiche e particolarità. Principio fondamentale del metodo Montessori è quindi proprio la libertà del bambino di agire e relazionarsi in modo da sentire e sviluppare le sue disposizioni morali, i suoi sentimenti e le sue emozioni. Il bambino così potrà crescere e responsabilizzarsi autonomamente, riuscendo a capire in maniera indipendente e creativa come rapportarsi agli altri e come vivere nel proprio ambiente. Dalla propria libertà nasce quindi un’autodisciplina non dettata da persone esterne ma maturata all’interno dell’individuo.
Condizione necessaria a che questo avvenga è la necessità per il bambino di vivere in un ambiente pensato per le sue esigenze. Il metodo Montessori critica lo spazio educativo degli edifici scolastici in quanto pensato esclusivamente per l’adulto. Una rivoluzione in tal senso crea quindi un luogo in cui il bambino può crescere in un contesto creato per lo sviluppo delle sue capacità.
“La scuola”, quindi, non deve essere più “quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio”, ma deve proporsi come spazio formativo libero, spontaneo e creativo per il bambino. Perciò “la cultura si deve lasciar prendere attraverso l’attività, con l’aiuto di materiali che permettano al bambino di acquistarla da solo, spinto dalla natura della sua mente che cerca, e diretto dalle leggi del suo sviluppo”.