La passione per il romanzo fantasy è fatale, a mio dire. Non se ne scampa. Io ne sono una più che consapevole vittima e, probabilmente, la colpa (merito) è di J. K. Rowling, perché faccio parte di quella generazione cresciuta insieme a Harry, Ron e Hermione.
Il romanzo di cui sto per parlare ora ha temi e ambientazioni diverse: in un Europa più o meno medievale, con toponimi, lingue e storia del tutto rinnovati, una ragazza viene educata fin da bambina a diventare una cortigiana. Crescendo, scoprirà che il segno rosso che ha nell’occhio le riserva un destino segnato.
Phèdre, questo il nome della protagonista, è un angeline, ossia un’abitante di Terre d’Ange. Nasce e cresce a Città della Notte, dove Tredici Case accolgono uomini e donne facoltosi per soddisfare ogni tipo di desiderio. Il segno che ha nell’occhio la rende imperfetta, quindi non può essere accolta da nessuna casa. Trova spazio presso una residenza indipendente, alle dipendenze di Delaunay, che la trasforma in una spia, insegnandole numerose lingue così come le arti dell’ascolto e dell’osservazione.Tuttavia, un evento sanguinoso sconvolge la sua esistenza. Ed esso sarà l’inizio di un’avventura faticosa e piena di pericoli, che porterà la giovane cortigiana a conoscenza delle più infide e oscure trame del regno. Piano piano verranno alla luce tradimenti, giuramenti, promesse e ricordi. E Phèdre sarà al centro di tutto questo.
Il dardo e la rosa di Jacqueline Carey è un romanzo lungo e denso, la cui caratteristica che mi ha più colpito è la capacità di gestire un numero infinito di personaggi e ambientazioni. Tutto quadra alla perfezione, ed è stupefacente considerando il livello di complessità di questo libro. D’altra parte, l’autrice è anche bravissima nel fornire al lettore elementi estremamente affascinanti, creando un mondo a parte dal quale è difficile staccarsi.
Ad esempio, molto interessante è il modo in cui gli adepti delle Tredici Case possono affrancarsi e diventare liberi cittadini: ogni volta che un loro patrono fa’ loro un dono in denaro, esso viene usato per un tatuaggio che parte dalla base della schiena e arriva fino al collo, chiamato marque. Esso viene completato gradualmente, ed è di solito legato alla casa di appartenenza e alla personalità dell’adepto.
Questo è solo uno dei tanti elementi che mi hanno intrigato di questo romanzo, che è scritto davvero con grande abilità, e di cui potrei raccontarvi tantissime cose, andando avanti per ore. Lo consiglio ovviamente agli amanti del fantasy, ma anche a chi non è appassionato del genere, perché è scritto così bene che non può non stupire. Io intanto mi accingo a comprare gli altri due volumi della trilogia, perché devo assolutamente sapere come va a finire!