Il 15 dicembre è un giorno importante per la cultura esperantista. Si celebra infatti la giornata dell’Esperanto, la lingua universale creata dall’oftalmologo polacco Ludwik Zamenhof nato proprio questo giorno nel 1859. L’Esperanto è una lingua artificiale, costruita a tavolino con l’intento di rendere tutti i popoli del mondo in grado di comunicare fra di loro senza dover far affidamento alle lingue più diffuse, come l’inglese e lo spagnolo, ma utilizzando una lingua, l’Esperanto appunto, che sia frutto di una commistione di strutture sintattiche e lessicali appartenenti a lingue diversissime, come il giapponese, il latino, il tedesco.
Zamenhof sognava e credeva che gli uomini potessero vivere in pace, senza guerre e massacri, ed era convinto che l’utilizzo di una lingua comune, comprensibile e condivisa da tutti, potesse certamente aiutare a realizzare un mondo di pace e unità. Con questo auspicio, Zamenhof diede un nome di speranza alla sua lingua, Esperanto. La sviluppò tra il 1872 e il 1887 al fine di creare una democrazia linguistica che permettesse a chiunque di imparare questa lingua in poco tempo in virtù della sua semplicità e quasi totale assenza di ambiguità.
Partendo dal presupposto che l’utilizzo di una lingua egemone possa creare sudditanza culturale e psicologica, nonché incomprensioni che possono sfociare in violenza, Zamenhof propone l’Esperanto come una seconda lingua da imparare universalmente al fine di mettere tutti gli interlocutori su uno stesso piano linguistico e comunicativo. Attraverso il medesimo canale di comunicazione, i parlanti potranno dialogare avendo a disposizione il medesimo bagaglio linguistico senza più differenza lessicali ed espressive.
Per creare questa situazione di parità linguistica, Zamenhof comprende che l’unica soluzione sia quella di crearne una del tutto nuova e artificiale. La sua stessa esperienza di vita gli rende evidente il bisogno di una lingua neutra per superare le differenze culturali e linguistiche. In una sua lettera a Nikolai Afrikanovich Borovko scrive: “La popolazione di Białystok è formata da quattro elementi: russi, polacchi, tedeschi, ebrei. Ciascuno di questi gruppi parla una lingua diversa e ha relazioni non amichevoli con gli altri gruppi”. Di conseguenza, secondo Zamenhof, “la diversità di lingue è la sola causa o almeno la principale che allontana la famiglia umana e la divide in fazioni nemiche”.
Zamenhof presentò la sua creazione nel 1887 in Unua Libro, il primo libro che descriveva le caratteristiche della nuova lingua. Da quel giorno ad oggi si conta che circa due milioni di persone nel mondo lo parlino in maniera sufficientemente accurata da poter effettuare una conversazione che vada oltre le semplici espressioni di saluto.
L’assunto di Zamenhof, al di là della condivisione o meno delle sue teorie linguistiche e della diffusione dell’Esperanto, resta comunque valido: senza una comunicazione effettiva, non vi è la pace.