“Qualcuno mi ha detto
che certo le mie poesie
non cambieranno il mondo.
Io rispondo che certo si
le mie poesie
Non cambieranno il mondo.”
Tra i poeti contemporanei viventi in Italia Patrizia Cavalli è uno dei pochi ad utilizzare un linguaggio tecnicamente e filosoficamente sublime. Nacque a Todi nel 1947 ma dalla piccola e graziosa città umbra andò via presto, appena le fu possibile , poiché per il suo carattere fiero e ruvido solo un ambiente intellettualmente più stimolante e libero da pregiudizi avrebbe potuto appagare il suo bisogno di libertà e di espressione.
Fu proprio a Roma, negli anni degli studi di Filosofia, che Patrizia riuscì a sviluppare il suo talento poetico. Dapprima fu l’ambiente studentesco, poi un circolo di studenti ed intellettuali stranieri le consentirono di avvicinarsi alla nuova realtà abbattendo il muro di timidezza e ritrosia che separava una ragazza di provincia dagli impeti ideologici, politici e culturali della città eterna. Nel volgere di pochi anni e per una serie fortunata di circostanze ed incontri, entrò in contatto con una delle più alte rappresentanti della cultura letteraria ed artistica del tempo: Elsa Morante. Fu proprio la grande scrittrice ad apprezzare nelle poesie della studentessa umbra un carattere, un uso della metrica che la rendeva una vera poetessa.
Incoraggiata da siffatti giudizi affinò la sua tecnica e decise di dare alla Poesia il suo giusto posto, quello di protagonista della sua vita. La sua prima raccolta fu pubblicata da Einaudi nel 1974 e già nel titolo si celebrava un omaggio alla Morante : “Le mie poesie non cambieranno il mondo”. Scrittura impegnata anche se dall’apparenza sentimentale, un uso della metrica che denota una maturità tecnica ed espressiva abbastanza rare già negli anni “70.
Il linguaggio utilizzato dalla Cavalli è molto vicino a quello familiare, gergale a tratti, ma intensamente filosofico. La lettura delle sue poesie, da quelle che trattano di un amore complicato, a quelle che riflettono sul senso dell’esistenza fino ai labirintici ragionamenti sulla patria e le cose a cui siamo più legati, dà vita ad un’esperienza emotiva; il lettore recepisce, quasi palpando, la sensibilità dell’autrice.
In una delle sue rare interviste spiega in effetti il senso del suo poetare: “in realtà la mia non è una poesia lirica, uso parole che pensano senza però volerlo ostentare. Se una poesia, nel rileggerla, sembra quasi che si sia formata da sola, allora la giudico bella. La mia poesia non ha psicologismi né sentimentalismo, è piuttosto una specie di scienza dei sentimenti”.
Scienza dei sentimenti che si traduce in cronaca di pensieri, così timbrici, cadenzati, tracciati con decisione dai versi brevi, pragmatici che non vogliono ostentare né stupire quanto condividere uno stato morale, spirituale come nella Poesia tratta dalla raccolta “Il cielo”:
Essere testimoni di se stessi
sempre in propria compagnia
mai lasciati soli in leggerezza
doversi ascoltare sempre
in ogni avvenimento fisico chimico
mentale, è questa la grande prova
l’espiazione, è questo il male.
Nonostante il profondo amore per la poesia e la scrittura in senso lato, le opere della Cavalli sono riunite in tre sillogi e qualche saggio ed alcune opere teatrali. Le principali e più corpose raccolte comprendono “Il cielo”, del 1981, “L’io singolare mio proprio” del 1992, pubblicati da Einaudi con il titolo “Poesie (1974-1992), “Pigre divinità e pigra sorte” del 2006 fino alla recente raccolta “Datura” del 2013.
E’ proprio in Datura che l’eccedenza del linguaggio poetico, una datura appunto, diventa essere. Il linguaggio si trasforma in essenza trasfigurata dal sogno; quel sogno…
“….vero, più vero del mio giorno,
come morbidamente io mi accomodavo
dentro il cedevole incavo del tuo collo
che in morbidezza offrendosi trovava
me pronta a trasfondermi in quel sogno
più vero di ogni mio più vero giorno!
Ma eravamo troppo perfettamente
in due, non posso aver fatto tutto io
da sola! È chiaro, sei tu che hai organizzato,
tu che per farti sognare mi hai sognato.
La poesia della Cavalli non cambierà il mondo, ma smuoverà le emozioni, e questo è già un bel cambiamento.