Tra i numerosi indirizzi di San Pietroburgo di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, l’edificio all’angolo tra Kuznechny Lane e Dostoevskij Street (ex Yamskaya) ha un significato particolare. Lo scrittore vi si trasferì con la sua famiglia agli inizi di ottobre del 1878 e lì visse fino al giorno della sua morte, il 28 gennaio 1881.
In quella casa molti suoi contemporanei si recarono per fargli visita e il suo ultimo romanzo, I fratelli Karamazov, fu scritto proprio tra quelle mura. Un ordinario condominio di San Pietroburgo, privo di elementi architettonici di pregio, quindi, è oggi una delle attrazioni più popolari della città.
L’apertura del Museo Dostoevskij, avvenuta nel 1971, fu un grande evento culturale per Leningrado e da allora gli appassionati del lavoro dello scrittore, provenienti da tutti i Paesi del mondo, hanno continuato a visitare l’appartamento. Nel corso degli anni la collezione del museo – il cui primissimo materiale fu fornito da due nipoti dello scrittore – è stata ampliata in più occasioni. Attualmente comprende una vasta collezione di arte grafica e applicata e un’interessante raccolta fotografica. La biblioteca del museo, invece, contiene circa 24.000 volumi e una collezione di manifesti e programmi provenienti da varie produzioni di opere teatrali di Dostoevskij. Vi è, inoltre, una raccolta di documenti appartenuti allo stesso scrittore tra i quali è contenuta parte della corrispondenza con i suoi parenti e gli scambi di manoscritti con i suoi amici. Queste collezioni sono in costante crescita, grazie alle donazioni dei visitatori, agli amici del museo e agli studiosi di Dostoevskij.
Il Museo contiene un teatro per la visione di spettacoli e film basati sulle opere di Dostoevskij che viene utilizzato anche per incontri letterari. Ogni anno, nel mese di novembre, in occasione del compleanno dello scrittore, nato l’11 novembre del 1821, il museo ospita una conferenza scientifica internazionale dal titolo“Dostoevskij e la cultura mondiale” e in una rivista con lo stesso nome vengono pubblicati gli atti dei lavori. Le sale espositive, infine, ospitano costantemente mostre di pittori di arte contemporanea e tutto questo fa sì che il museo sia parte integrante della vita culturale di San Pietroburgo.
Ma l’appartamento di Dostoevskij è solo uno dei tanti musei letterari della Federazione Russa, che non si limita a ricordare la grandezza della sua letteratura ma a mantenerla viva, adattandola alle esigenze del mondo contemporaneo, sempre più tecnologico ed innovativo.
Oggi, infatti, è possibile visitare i musei dei più celebri scrittori russi direttamente dal proprio computer. È questa l’idea del progetto intitolato Mosca letteraria nato da una collaborazione tra Google e il Dipartimento della Cultura della città di Mosca.
Sono stati messi in rete nove importanti musei letterari della capitale, inclusi il Museo letterario statale, il Museo Aleksandr Puškin, Musei Vladimir Maiakovskij, Nikolaj Gogol, Mikhail Bulgakov, Sergei Esenin, Konstantin Paustovskij, Aleksandr Ostrovskij e sono stati creati tour e mostre virtuali, dedicati alla vita e all’opera degli scrittori e dei poeti russi, come quella presso il Museo Pushkin, in cui sono stati esposti rari ritratti del poeta, o quella del Museo Bulgakov che ha proposto un tour virtuale nell’appartamento realmente esistente in un palazzo moscovita che ispirò quello de Il Maestro e Margherita.
L’iniziativa, per ora solo in lingua russa, non è detto che non venga estesa anche agli utenti stranieri, né che non possa essere estesa ad altre città, San Pietroburgo in primis.
E in Italia? L’idea dei Parchi Letterari nasce alla fine degli anni Ottanta per impulso della Fondazione Nievo ma la sua realizzazione è strettamente connessa ad una strategia di sviluppo territoriale sostenuta dalla Comunità Europea all’interno dell’asse “Incentivi agli investimenti turistici”.
I Parchi Letterari assumono il ruolo di tutela letteraria di luoghi resi immortali da versi e descrizioni celebri che rischiano di essere cancellati e che si traducono nella scelta di itinerari, tracciati attraverso territori segnati dalla presenza fisica o interpretativa di scrittori. Un singolare percorso che fa rivivere al visitatore le suggestioni e le emozioni che lo scrittore ha vissuto e che vi ha impresso nelle sue opere. (Stanislao Nievo).
“La finalità è quella di favorire opportunità innovative di sviluppo nel Mezzogiorno con il sostegno ad esperienze – pilota capaci di educare e stimolare una fruizione diversificata del territorio, rispondente alla domanda di forme di turismo tematico di “nicchia” che guadagnano segmenti di mercato crescenti nello spazio tradizionalmente monopolizzato dal turismo di massa.” si legge in una pagina del sito del Parco Letterario “Carlo Levi”.
Sebbene anche quest’ultimo, come pure la Fondazione Nievo, svolgano pregevoli iniziative ed eventi, anche solo visitando i siti internet, emerge una disomogeneità tra tutti i Parchi letterari italiani, sia per quanto riguarda l’organizzazione che le iniziative proposte. Ad esempio il Parco Letterario “Luigi Pirandello” non solo ha un sito obsoleto nella grafica ma parla di “lavori in corso” per la sua realizzazione e, nonostante i buoni propositi e le suggestioni, non sembra, almeno sulla carta, molto operativo (tra l’altro non appare neppure nell’elenco dei parchi letterari -solo 19, per ora – indicati nel sito ufficiale dei parchi letterari italiani).
Decisamente meglio strutturato il sito e l’offerta del Parco Letterario “Le terre di Dante” che, suggerendo tour di gruppo e itinerari, anche a bordo del Treno di Dante, cerca di sposare cultura e turismo anche se, al primo impatto, sembra proprio di venderci il Sommo Poeta come un qualunque altro prodotto del turismo Made in Italy. Ma se questo può servire a farlo conoscere e apprezzare anche dai turisti stranieri, ben venga.
Meritano di essere menzionate le attività del Parco Letterario “Francesco Petrarca e dei Colli Euganei” che ha ricevuto la “menzione speciale” del Premio Turismo Cultura UNESCO 2014.
Per quello che riguarda le case-museo, pregevole l’iniziativa del 2009 di Rosanna Pavoni con il libro-guida sulle Case Museo in Italia. Nuovi percorsi di cultura: poesia, storia, arte, architettura, musica, artigianato, gusto, tradizioni. Alle 44 case fondatrici se ne sono aggiunte altre e attualmente ne fanno parte 54. La rete possiede anche una pagina Facebook aggiornata di frequente ma ancora poco conosciuta.
E tutte le altre? Stanno a guardare? A Villa Mirabella, presso il Vittoriale degli Italiani, casa-museo del vate Gabriele D’Annunzio, il 5 novembre è stata inaugurata la mostra “Artistica-mente per D’Annunzio” dedicata al d’Annunzio pittore principiante, appassionato cultore, promotore e committente delle arti figurative. Espongono poeti, pittori e scultori che hanno deciso di rendere omaggio al Vate aggiungendo uno sguardo artistico contemporaneo. Tuttavia, bisogna ammetterlo, nell’immaginario collettivo, il Vittoriale è visto spesso e volentieri solo come il luogo in cui D’Annunzio ospitava le sue amanti.
Per quello che riguarda Casa Leopardi, a parte la recente iniziativa di riduzione del biglietto d’ingresso per chi vede al cinema Il Giovane Favoloso, le iniziative realizzate negli ultimi anni non sono state molte mentre un ruolo rilevante viene dato, almeno sul sito internet, alle cantine storiche dei Conti Leopardi. Si legge: “Le Cantine, recentemente restaurate e riportate all’antico splendore, possono oggi ospitare convegni, eventi culturali ed enogastronomici. Solo su prenotazione, Casa Leopardi offre la possibilità ai gruppi di utilizzare i locali per consumare il proprio pranzo al sacco o usufruire di un servizio di catering. All’interno delle Cantine è inoltre possibile acquistare i vini prodotti dalla famiglia Leopardi.” E tra punto ristoro, mini appartamenti in affitto sull’antistante Piazzola Sabato del Villaggio e vini in vendita con tanto di effige di Giacomo, non sembra tanto diverso dal sito di una masseria/azienda vinicola. E fa un po’ troppo italiano/lucrativo, o no?
Al di là delle provocazioni e ammettendo che tutto può essere utile se pone al centro la cultura, all’Italia sembra che manchi sempre qualcosa e livello organizzativo. Ci vorrebbe un’unitarietà sia per quanto riguarda l’organizzazione che la gestione dei parchi letterari e delle case-museo. Dovrebbero fare rete, come recita ormai una litania fortemente abusata negli ultimi anni in tutti i settori. E, cosa importantissima, dovrebbero modernizzarsi.
Saremo costretti a “Citofonare Dostoevskij” per avere consigli su come promuovere la nostra cultura letteraria quindi? Beh, forse proprio Dostoevskij no ma Puškin e Bulgakov a quanto pare sì.