Il suo libro più famoso e letto, nonché caso letterario 1993, è “La variante di Luneburg” e Paolo Maurensig scrittore lo è diventato dopo molta gavetta.
Originario di Gorizia , classe 1943, ha vissuto al crocevia di tre culture: l’Italia, la Germania e le terre slave. Delle ultime due ha apprezzato e citato molto nelle sue opere l’orgoglio, le ansie, la memoria ma soprattutto gli scacchi e la musica.In una intervista su un quotidiano di Gorizia (Città di Confine: conversazioni su Gorizia e Nova Goriza,1994) , così si espresse a proposito del suo legame con quei territori:
“Esiste un certo fascino mitteleuropeo che attira inconsciamente il goriziano verso l’area austriaca: i viaggi a Salisburgo, Graz, Vienna, sono una costante nel diario turistico di tutti i goriziani… ma c’è dell’altro: una forma di eredità culturale (si pensi al ghetto di Gorizia), che ci è stata sottratta a viva forza, estirpata con violenza e a cui si pensa come alla morte di una persona con cui si convive da lungo tempo (…) e che ora non c’è più e di cui, in fondo all’animo conserviamo solo il rimpianto”.
Durante la sua infanzia il gioco degli scacchi era una presenza costante , sostituita nel tempo dagli studi classici e svariate attività lavorative che nulla o poco avevano a che fare con la letteratura, ma come capita a tanti scrittori, la sua biografia intellettuale annovera un esercizio continuo alla descrizione dei fenomeni della sua esistenza nonché alla osservazione della natura umana, in special modo quella incline ad un gioco tanto intenso quanto complesso come gli scacchi. Un gioco che Maurensig approfondisce intorno ai 30 anni partecipando anche a due importanti tornei. Gli scacchi sono dunque il suo feticcio, si potrebbe dire che rappresentano ciò che per Calvino erano i tarocchi ma nei romanzi dello scrittore Friulano si individuano altri elementi ricorrenti che si fondono con la narrazione, a cominciare dal tema dello sdoppiamento dell’io ed il bisogno di redenzione dei protagonisti. Per la scelta delle situazioni e l’atmosfera che regna in ciascuna vicenda, lo si potrebbe definire molto vicino a Kafka, D’Annunzio, Svevo, e Mann.
L’analessi e la metadiegesi sono le figure retoriche più utilizzate da Maurensig, specialmente nei romanzi di ambientazione mitteleuropea collocati storicamente nel primo quarantennio del XX secolo; solo per citarne alcuni “La variante di Luneburg” e “Canone inverso” (1996) si aprono con i flash back del narratore fino a irrobustire il racconto con l’inserimento di altre voci narranti ed altre storie fino a tornare al momento iniziale ;una circolarità ricca di profonde riflessioni talvolta oniriche altre volte storiche .
Si potrebbe rimproverare che ogni opera è simile alle altre per stile narrativo ma la raffinatezza della scrittura e la singolarità delle storie lascia il lettore ogni volta pronto ad una nuova scoperta. L’eco della storia e la sua rappresentazione con due punti di vista sdoppiati nel tempo stimola una riflessione sui diversi esiti della vita del singolo personaggio ma anche del resto dell’ umanità. In vent’anni di carriera di Maurensig si possono apprezzare almeno una dozzina di romanzi diffusi dalle maggiori case editrici italiane e fra tutti vorrei ricordare “L’Ombra e la meridiana”, “Venere lesa” ,”Il guardiano dei sogni”, “Gli amanti fiamminghi”, “L’ultima traversa”, ed ultimo per pubblicazione “L’arcangelo degli scacchi-vita segreta di Paul Morphy”.