L’affettuoso ritratto dello pseudo-milanese integrato e le origini toscane rifiutate in toto: il marchio più evidente è un accento rinnovato
Il centro della spirale umoristica di Una commedia italiana di Piersandro Pallavicini è l’industriale Alfredo, raccontato dalla figlia Carla tra aneddoti strampalati e nostalgiche rievocazioni. Come si è arricchito partendo dal nulla, come ha trascorso le estati a Saint-Tropez in compagnia di star del cinema e soprattutto come qualcuno stia minacciando la sua incolumità con piccoli attentati volti ad intimidirlo. Chi può avercela con un ottuagenario memore della bella vita del boom economico?
I Pampaloni sono originari della provincia di Pisa, ma l’ambizioso Alfredo dimentica completamente le sue radici quando arriva in Lombardia nel ’52. Operaio alla Galbani, presto raggiunge la bella Milano e si mette in proprio producendo formaggi e altri derivati: così fa una piccola fortuna che dopo più di quarant’anni si impegna a dilapidare in Jaguar e lussi di vario genere, scomodando Gunter Sachs e Brigitte Bardot nel suo perpetuo vantarsi del passato.
La secondogenita Carla, professoressa di chimica sulla cinquantina, racconta di sé, del suo lavoro e del marito, scienziato di successo perennemente assente; ironizza sul fratello divenuto mercante d’arte e adottato dal clima londinese, sempre accompagnato dalla sua sgradevole famiglia; parla affettuosamente della migliore amica Ottolina, tanto brutta quanto intelligente, interessante, ironica e tagliente: un tributo a tutte quelle donne la cui maggiore qualità non è l’aspetto fisico. Carla alla sua nascita passa dal Mangiagalli, ospedale di Milano, alla Maggiolina, quartiere in trasformazione: ha registrato ogni particolare della sua casa d’infanzia e descrive il parquet presente in tutta la casa, l’assenza malsopportata delle pattine (che “fanno tanto piccolo-borghese” e non si addicono al nuovo status di famiglia), radio e televisione che non mancano, divani in pelle importati da chissà dove.
Il racconto è diviso in stagioni e luoghi: nel borgo di fantasia in Alto-Adige, Solaria, la famiglia si ritrova riunita dal padre per organizzare la vendita delle sue proprietà; Carla vola a Londra per sistemare gli affari con il fratello Edo (non Edoardo ma Rogoredo, come la stazione milanese), ricordando l’estate densa di avvenimenti e tutta una vita alle spalle, gli anni ’70 e i concerti prog con l’inseparabile Ottolina; prima compagne di banco secchione ed emarginate alla scuola elementare, poi adolescenti invasate di musica e infine colleghe all’università.
Qesto muoversi della protagonista non è altro che il ricordare, con il cuore ricco d’affetto e senza peli sulla lingua, gli anni d’oro suoi e della famiglia variegata che si ritrova in un collage comico che ha dell’assurdo. Una commedia fresca e sorridente perché Piersandro Pallavicini vuole ricordarci che una bella risata allontana l’angoscia ma che la malinconia non manca mai quando si parla del passato recente.