Che sia io la tua estate
Quando l’estate sarà lontana!
E la tua musica, quando allodola
E pettirosso taceranno!
Saprò evitare la tomba e fiorirò per te
E seminerò promesse di fiori
Ovunque! Ti prego coglimi-
Anemone-
Tuo fiore- per sempre!
Emily Dickinson
Forse una delle più intense e tenere espressioni d’amore nella poesia di tutti i tempi.
Di tanto in tanto mi piace tornare a parlare di Emily Dickinson, sicuramente la più autorevole esponente femminile della poesia americana della seconda metà dell’ottocento. Sappiamo che la cifra peculiare della sua vita fu la solitudine. Tuttavia, la stanza in cui volontariamente si rinchiuse per la maggior parte della sua esistenza non fu mai un’angusta prigione, ma una porta d’accesso privilegiata al mondo con tutte le sue forme e i suoi colori.
Sebbene sola e isolata, la nostra poetessa riuscì ad amare intensamente e a forgiare tra i più bei versi che siano mai stati composti in elogio a tale sentimento.
Questi versi, tratti dalla raccolta “Sillabe di seta”, sintetizza magistralmente il motore dell’amore, i meccanismi della passione.
Quale altra è l’ambizione dell’innamorato se non essere tutto ciò che non c’è, tutto ciò che manca all’amato? L’estate d’inverno, la musica nel silenzio del cinguettio degli uccelli.
L’amore tutto può. Anche la morte diventa nulla, piccola cosa in confronto alla vita che sprigiona la forza della passione.
In questi versi si percepisce, perciò, tutta l’intensità con cui la Dickinson ha vissuto. Abbiamo l’impressione di trovarci dinanzi a una profonda conoscitrice dell’amore e delle sue molteplici forme. E, in effetti, la poetessa statunitense ha saputo farsi interprete e veicolo dell’amore con la A maiuscola.
L’anemone è l’immagine finale che Emily Dickinson consegna ai suoi inaspettati lettori. Anemone è la leggendaria ninfa della corte di Flora trasformata in fiore da quest’ultima per invidia del fatto che di lei si fossero innamorati i venti Zefiro e Borea, fiore condannato a schiudersi prima della primavera, cosicché all’arrivo del tiepido zefiro il fiore fosse già appassito.
La poetessa chiede di essere raccolta prima di avvizzire, di restare fiore sbocciato e amore vivo per sempre.