Quando si ascolta Patti Smith è come sentire la storia della musica distendersi nelle vene e cantare in ogni singola goccia di sangue. La poesia nei testi e la leggerezza nella forza vocale risuonano nella testa come una sferzante melodia che porta a riflettere sulla propria vita e su quello che se ne vuole fare. Da profani colpevoli e in passato indifferenti, anche chi conosce poco le sue canzoni entra immediatamente in sintonia con il loro sentire e l’intenso significato che vogliono trasmettere. Parlano di storie, di persone, di racconti, momenti che viviamo tutti prima o poi. Parlano, appunto, di vita. Patti Smith ama ricordarlo spesso: noi siamo vita e sangue e dobbiamo sentirlo.
Nel documentario Dream of Life, la ribelle del proto punk parla proprio di questo: della breve intensità della nostra esistenza, di non farla spegnere prima che abbia perso forza, di cercare e continuare a sbagliare, ricominciando poi dall’inizio. In un discorso tenuto all’istituto Pratt nel 2010, Patti Smith si rivolge agli studenti e comincia con un discorso fiabesco. Parla di Pinocchio, che come noi “andò nel mondo con una serie di buone intenzioni, con una visione. Era pronto a fare tutto ciò che aveva sognato, ma venne distratto, fece degli errori, ma ha continuato. Alla fine Pinocchio diviene sé stesso perché la piccola fiamma dentro di lui, nonostante tutto, non si è mai spenta”. Come il burattino di legno, anche noi siamo Pinocchio, o almeno così dice Patti. E lo continuiamo a essere per tutta la vita. “Raggiungiamo i nostri obiettivi, un livello di noi stessi, e poi vogliamo andare oltre. Facciamo nuovi errori, ma abbiamo nuova forza e andiamo avanti. Siamo umani. Siamo vivi. Abbiamo sangue”.
Abbiamo noi stessi, forza su cui contare. Abbiamo la forza della nostra fiamma e lo spirito della nostra coscienza. “Sappiamo ciò che siamo, anche se a volte il tutto ci pare un po’ confuso. E quando facciamo degli sbagli, ok, va bene. Come la canzone, rimettiti in piedi, datti una ripulita e comincia tutto daccapo”. Anche perché soli non si è mai. Ci sono la famiglia e gli amici, ma soprattutto i nostri avi che “cantano nel sangue” e ci ricordano che la solitudine è un concetto relativo. Suonano ciò che siamo e c’è lo ripetono in un ritornello ininterrotto nei momenti di sconforto e di passaggio.
Patti Smith riesce in poche ma significative parole a magnetizzarci con la testa e i nervi per riflettere su noi stessi e le nostre scelte. La sua forza ci viene trasmessa e difesa come stimolo per guardarci attorno e sorridere di ciò che siamo e che abbiamo. In definitiva, il suo consiglio è quello di suo padre. Lo stesso che le diede prima di lasciare casa: “Sii felice, è tutto ciò che disse. Ve lo dico, vi dico queste cose semplici. Siate felici, perché quando siete felici accendete quella piccola fiamma che vi dice e vi ricorda chi siete. E quella accenderà, animerà il vostro entusiasmo per le cose”. Ricordiamoci di vivere, allora: perché la vita, come dice Patti, è quella cosa che accade quando siamo impegnati a fare dei progetti.