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Tutto quello che spacciamo per amore

  Nel fare allegramente ritorno su questo blog, dopo una pausa necessaria come l’ossigeno, mi ripropongo di condividere con chi mi segue le letture che hanno accompagnato queste settimane di stasi.

  Inizio oggi dal romanzo La sposa silenziosa, un vero caso editoriale, come si dice quando un libro scala le classifiche dei più venduti contro ogni aspettativa. Il caso editoriale che qualunque esordiente si augura di incarnare; purtroppo per l’autrice di questo romanzo, A. S. A. Harrison, è stato seguito dalla resa del suo organismo alla malattia che ospitava da tempo.

  Della storia di Jodi e Todd do una lettura diversa da quella che, per quanto ho potuto leggere qua e là, mi sembra la più diffusa; insomma, a mio avviso questa storia non è raccontata dalla parte di lei, bensì da un punto di vista neutrale, equanime. Una coppia come tante, una lunga convivenza che non è diventata matrimonio perché lei, Jodi, non ha voluto, tradimenti sopportati silenziosamente, benessere garantito da lui, accudimento da parte di lei. Si amano? Mah. Si spacciano tante cose per amore. In realtà Jodi e Todd sono due che si stanno accanto, sono molto legati, ciascuno prende quello che gli serve e dà quello che può: è amore? Io non ho risposte per questa domanda, mi sembra già tanto, in termini di consapevolezza, formulare la domanda.

  Quando Todd s’innamora (s’infatua?) di una ragazzina, una che ancora deve finire gli studi, che resta pure incinta, che è la figlia di un amico, tutta la costruzione basata sul buon senso, sulla razionalità, sulla pacatezza di Jodi, psicoterapeuta, e sull’efficienza di Todd, imprenditore di successo, frana.

  Senza anticipare alcun colpo di scena, posso dire che le ragioni del successo del romanzo, a mio avviso, non vanno ricercate nella trama. Nulla di più banale dell’adulterio scardinante di un adultero abituale che però non aveva mai, finora, messo in discussione il suo legame principale; ma il punto di forza della narrazione della Harrison risiede nella descrizione impietosa, lucidissima, delle ambivalenze dei sentimenti. Si potrebbe trattare, anziché di una coppia, di due sorelle o fratelli, di due amiche o amici, addirittura del rapporto che per eccellenza siamo portati a ritenere indiscutibile e al di sopra di ogni sospetto, quello tra genitori e figli.

  Ecco, Todd non è un bruto insensibile. È un personaggio complesso, uno che ripetutamente oscilla fra atteggiamenti positivi e atteggiamenti ostili nei confronti di ciascuna delle sue donne. E Jodi non è una vittima, è una donna con i piedi piantati per terra, fin troppo, una che ha scelto la libertà di un rapporto non istituzionalizzato ma non vuole accollarsene le conseguenze sul piano patrimoniale. Controllata e razionale, sopporta i tradimenti del marito anche per calcolo e per pigrizia, perché vive una vita rilassata e comoda e l’equilibrio raggiunto le sta bene. Perde davvero la bussola soltanto quando vede minacciata la sua vita da semi-mantenuta che si dedica solo ai pazienti che le piacciono, tanto a sporcarsi le mani, a guadagnare per garantirle una vita agiata in una casa lussuosa ci pensa il compagno. Il romanzo è soprattutto questo, la descrizione accurata, verosimile e vibrante di tutta la gamma di sentimenti ed emozioni e retropensieri e inconfessate ambiguità che colmano lo spazio tra i due poli dell’amore e dell’odio, la cronaca attenta di tutti i compromessi, le ipocrisie, le menzogne – soprattutto a se stessi – e gli opportunismi che garantiscono la lunga sopravvivenza dei rapporti, in un meccanismo in cui tutti sono vittime e carnefici, tutti sono vincitori e sconfitti. O forse, tutti sono in egual modo sconfitti.

Rosalia Messina