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Il profumo dei gelsomini

Ora che è arrivato il bel tempo e le giornate si sono allungate, mi piace indugiare più a lungo nel mio giardino. Innaffio i fiori, poto con cura la siepe squadrata, annuso i gelsomini. I gelsomini sono i miei preferiti, hanno un profumo che non conosce compromessi e si infila in ogni fessura, in ogni molecola d’aria. Chi odia i gelsomini non potrà mai avere vita facile nel periodo della loro fioritura e sarà costretto a turarsi il naso costantemente per riuscire ad evitare quell’intenso profumo, che sa d’estate e di crepuscoli attardati dove le ombre si allungano sulla strada. Chi odia i gelsomini non ha certamente un animo romantico, lasciatemelo dire.

I miei fiori sono i più belli di tutto il circondario. A volte reprimo un sorrisetto di compiacimento nell’osservare le mie anziane vicine di casa che lanciano occhiate invidiose ai gerani così abilmente curati o ai girasoli che fra poco si apriranno definitivamente nella loro bionda e regale bellezza. Sono delle vecchie arpie convinte che parlare ai fiori sia l’unico modo per farli sbocciare, portatrici di una finta saggezza floreale basata su stupide leggende contadine. Signore mie, potrete anche occuparvi delle vostre piante solo durante la luna crescente, ma non raggiungerete mai la bellezza del mio giardino!

Naturalmente qualche boccaccia dalla lingua lunga si è azzardata a chiedermi in tono zuccheroso come riesco a cavare tanta bellezza dal mio terreno. La risposta è stata sempre uguale ad ogni domanda: un sopracciglio alzato ed un sorriso enigmatico che significano tutto, ma anche nulla. Eh no, non ve lo svelo il mio segreto, ragazze mie.

Oggi credo che mi fermerò poco nel mio giardino curato. È stata una giornata lunga.

Oggi pomeriggio è arrivata da me Daria, una donna sui trentacinque con la quale per qualche mese mi sono tenuto in contatto. Nulla di che, ci trovavamo, uscivamo insieme, ci salutavamo e poi alla prossima. Finché la situazione era questa, non c’è mai stato nulla che sia andato storto: poi, però, il piccolo cervello di Daria ha deciso che la nostra era una relazione seria. Seria, ma vi rendete conto? Questo l’ha deciso lei, senza domandare nulla a me, che pure rappresento la metà della nostra… relazione.

Se le donne fossero piante, i problemi non sarebbero così fastidiosi.

Comunque, vi parlavo di Daria. Daria si è presentata a casa mia senza bussare né darmi prima un colpo di telefono, perché ha cominciato a credere che casa mia si sia improvvisamente tramutata in casa nostra. Mi ha trovato in pieno abbiocco post-pranzo, spaparanzato davanti alla TV con gli occhi semichiusi a contemplare beatamente e distrattamente lo schermo. Ha cominciato a parlarmi di impegno, di cellulare sempre spento, di messaggi a cui non ho risposto. Naturalmente, non l’ho ascoltata. La mia testa vagava pigramente nel vuoto e le uniche cose che riuscivo a cogliere erano sconnesse e totalmente inutili: perché indossava quegli shorts succinti da ragazzina? Perché si era truccata a quel modo? I suoi capelli avevano bisogno di una bella lavata.

“Ma mi stai ascoltando, almeno?”.

No, cara, no. Stai dicendo cose assolutamente noiose, lasciami sonnecchiare in pace.

“Sei incredibile. L’unica cosa a cui ti dedichi con tanto amore sono i tuoi dannati fiori. Cresci un po’ e smettila di fare il bel giardiniere, che sei ridicolo”.

Questa frase mi ha riscosso dal mio torpore. I miei occhi si sono fatti di fuoco e un solo sguardo è bastato a Daria per capire che doveva preoccuparsi. Che doveva preoccuparsi molto.

Non ha gridato, devo riconoscerle il merito. È stata meno petulante del previsto. Forse sono stato troppo frettoloso nel giudicarla, o forse era molto meno coraggiosa di quello che tentava inutilmente di dimostrare.

Disprezzava tanto i miei fiori. Ora sarà lei a diventare il mio fiore più bello. Le ho solo dovuto tagliare i capelli, quelli non fanno affatto bene al terreno.

Ho terminato pochi minuti fa di sistemare la terra ed ora sono stanco. Dovete pur tener conto che ho rinunciato, non per mia volontà, al sonnellino pomeridiano. Quindi concedetemi di ritirarmi in anticipo dal mio lavoro.

Prima di ritornare in casa, però, do un’ultima occhiata al giardino. È proprio una meraviglia, non c’è che dire.

Eh no, non ve lo svelo il mio segreto, ragazze mie. No, che non ve lo svelo.