Four Trees – upon a solitary Acre –
Without Design
Or Order, or Apparent Action –
Maintain –
The Sun – upon a Morning meets them –
The Wind –
No nearer Neighbor – have they –
But God –
The Acre gives them – Place –
They – Him – Attention of Passer by –
Of Shadow, or of Squirrel, haply –
Or Boy –
What Deed is Theirs unto the General Nature –
What Plan
They severally – retard – or further –
Unknown –
In questa poesia Emily Dickinson dichiara la sua incapacità di comprendere la natura e lo scopo di essa. Leggendo queste parole, l’ho immaginata seduta vicino alla finestra, nella sua stanza che è tutto il suo mondo, a contemplare placidamente il paesaggio. Quando ha cominciato a farsi delle domande, quelle esistenziali ed eterne che tutti ci facciamo prima o poi, si è resa conto di non poter dare alcuna risposta. La sua è quasi una dichiarazione di resa di fronte all’inconoscibile, di fronte a esseri viventi e non che si rifiutano di svelare il loro mistero.
La sensazione che domina la poesia, fin dall’inizio, è di confusione, smarrimento, ma anche immobilità. In questo senso anche il vento è impotente: non tocca realmente gli alberi, non li può influenzare in alcun modo. La stessa sorte tocca al sole, il quale si rivela, così come il vento, qualcosa di inevitabilmente esterno, superficiale, distante. L’unica cosa che può avvicinarsi agli alberi è Dio. Io non ho dato un’interpretazione religiosa a questa vicinanza (come potrebbe essere fatto in molte altre poesie della Dickinson), ma ho pensato piuttosto che l’accomunare gli alberi a Dio abbia lo scopo di mostrare quanto essi siano misteriosi e irraggiungibili, proprio come l’Onnipotente.
La climax di enti nella terza stanza mostra come il compito degli alberi sia quello di dare una forma al terreno, di prestargli in qualche modo attenzione; tuttavia, anche questo mi appare come qualcosa di effimero, poco stabile. Ma è nella conclusione che Emily Dickinson si arrende definitivamente, ammettendo onestamente di non poter fornire né al lettore né tantomeno a se stessa alcuna spiegazione.
La particolarità della Dickinson è la scrittura ellittica: ogni frase può essere arricchita in molti modi diversi, cosicché le interpretazioni si moltiplicano. È un aspetto di questa poetessa americana che amo moltissimo: la rende, secondo me, sempre nuova ed attuale, capace di parlare ai più diversi tipi di lettori. E la sua umile dichiarazione finale (è come se stesse dicendo “io non lo so”) riesce solo a renderla ancora più grande ai miei occhi.