Letteratu.it

Non ho bisogno più di nulla, ora.

Click.

Devo proprio modificare le impostazioni della macchina fotografica su questo cellulare, il suono dell’otturatore allo scatto mi dà sui nervi.

Questa foto non mi piace, si vede troppo la curva del mio naso, troppo grande nel mio viso sottile, ed il flash ha evidenziato in maniera troppo chiara l’acne di cui soffro.

Ne faccio altre due o tre, poi scelgo quella dove sono venuta meglio.

Click. Click. Click click click.

Oh, eccone una abbastanza bella. E ora, Instagram. Poi Facebook. Con un filtro abbastanza scuro sembro anche più carina di quello che in realtà sono.

Sono distesa sul letto, circondata dai libri di fisica e matematica. Gli unici appunti tra le loro pagine sono a forma di cuoricini, cuoricini che circondano in uno spazio chiuso la lettera R. A volte provo anche a disegnare stelline, ma non sono molto abile con la matita, così mi limito a fare l’unica cosa che riesco a tracciare, cuori rotondi e ampi, ampi per accogliere tutto l’amore di cui avrei bisogno ma che mi limito a sintetizzare stupidamente in quella lettera panciuta con due gambe.

Mamma crede che io passi i pomeriggi rinchiusa in camera a studiare, perché ogni volta che apre la porta nascondo in fretta il cellulare e faccio finta di leggere da uno dei libri di cui mi circondo quando mi stravacco sul letto. Lei crede che io mi ammazzi di studio e che le mie insufficienze siano dovute alla mia scarsa intelligenza. Non lo dice, ma so che lo pensa. Io però non sono stupida, semplicemente non studio mai, i compiti non li faccio ed i quattro nel mio libretto fioccano che è una meraviglia. Passo interi pomeriggi incollata al display del mio smartphone, collegata a Facebook, Twitter, Instagram, Ask. La mia vita sociale non è quella che vivo a scuola, odio la scuola, odio tutte quelle galline delle mie compagne di classe, odio i professori che mi ritengono una stupida ragazzina senza personalità. La mia vita vera, quella dove non mi sento timida, dove posso diventare carina aggiungendo un filtro colorato alle fotografie, dove parlare con qualcuno via chat diventa incredibilmente semplice, è su internet.

Carico la foto che mi sono appena scattata, la posto su Instagram, su Facebook, su Twitter.

Poi aspetto.

Passa qualche minuto e non accade nulla. Mi rosicchio nervosamente le unghie, fisso il display del cellulare, accartoccio un foglio dove ho annotato in maniera svogliata due o tre appunti di storia.

Succede a volte che le mie foto non ricevano un commento, né un “mi piace”. In un paio di situazioni mi è capitato che qualche mia stupida compagna di classe scrivesse sotto qualche commento cattivo sul mio aspetto. Mi dicono che sono brutta, ma che importa? Cancello quello che hanno scritto su di me ed è come se non avessero mai detto nulla. Se scompare dal mio profilo, scompare dalla mia vita.

Improvvisamente il cellulare tintinna brevemente, ad avvertirmi che su Facebook è appena arrivata una notifica. Due. Tre. Con le dita tremanti faccio scivolare l’indice sullo schermo e guardo di che si tratta.

A cinque persone piace la mia foto. Cinque.

Un sorriso si allarga sul mio viso. Qualcuno mi vuole bene! Qualcuno pensa che sono bella!

Mi distendo a pancia in su sul letto.

Non ho bisogno più di nulla, ora.