Qui è buio, Ismaele.
Non c’è notte, lassù, che regga il confronto.
Tutto è nero.
Anche il sangue.
Lo sento turbinare intorno a me, ma lei non vuole che lo beva.
Sa che ho vinto, ma non mi concede il trionfo.
E allora scende.
Ancora, e ancora.
Sento il rampone vibrare, la lama incastrarsi sempre di più, le cartilagini spaccarsi, ascolto la sua sofferenza, ma nulla mi concede oltre il mugghio rabbioso.
Se solo sul fondo ci fossi tu ad aspettarla, Queequeg!
Con un colpo, la costringeresti a tornare di sopra.
E io, finalmente, avrei la soddisfazione di vederla morire.