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L’eterno piacere della lettura

Sei nella tua stanza, tranquillo, apri il libro alla prima pagina, no, all’ultima, per prima cosa vuoi vedere quant’è lungo. […] Rigiri il libro tra le mani, scorri le frasi del retrocopertina, del risvolto, frasi generiche, che non dicono molto. Meglio così, non c’è un discorso che pretenda di sovrapporsi indiscretamente al discorso che il libro dovrà comunicare lui direttamente, a ciò che dovrai tu spremere dal libro, tanto o poco che sia. Certo, anche questo girare intorno al libro, leggerci intorno prima di leggerci dentro, fa parte del piacere del libro nuovo, ma come tutti i piaceri preliminari ha una sua durata ottimale se si vuole che serva a spingere verso il piacere più consistente della consumazione dell’atto, cioè della lettura del libro.

Questo l’incipit di Italo Calvino che apre Se una notte d’inverno un viaggiatore, il romanzo per eccellenza sul piacere di leggere. Troviamo la storia del Lettore e della Lettrice, che si sono incontrati in libreria ed incappati entrambi in questa specie di scherzo della casa editrice, e che cercano di risolvere il mistero riguardante un romanzo, Se una notte d’inverno un viaggiatore, appunto.
Il piacere di leggere, dicevamo. È la storia più vecchia del mondo, quasi come quella sull’uovo e la gallina. Io, in quanto Lettore, traggo giovamento dall’esperienza di lettura, che ha a che fare non soltanto con l’atto di lettura in sé per sé, ma anche con una serie di rituali che ad esso si affiancano. Proprio come descrive Calvino, meravigliosamente. Da tempo la scrittura si avvale di strumenti offerti dal mondo digitale, mentre la lettura è sostanzialmente legata al supporto cartaceo. La collettività tende ancora ad associare, pensando al libro, una certa immagine fatta di pagine di carta stampate e rilegate. Sebbene negli ultimi anni sia stato dato ampio spazio ai supporti digitali, che hanno nel tempo affinato le proprie caratteristiche cercando di sopperire ad una serie di svantaggi “tecnici” legati alla difficoltà palese riscontrata nella lettura, la maggior parte degli italiani continua ad esser legata al tradizionale libro. Ipotizzando un miglioramento crescente di questi nuovi strumenti tecnologici (come l’introduzione della carta e dell’inchiostro elettronici, ad esempio), si potrebbe allo stesso tempo ipotizzare che non implicheranno un aumento diretto dei lettori di e-book. Poiché le statistiche andrebbero corrette alla luce delle motivazioni, o meglio della predisposizione che ciascun individuo ha rispetto a quel che deve leggere:  un conto è, infatti, la predisposizione di chi si appresta a leggere un articolo di giornale, o un sommario, o una enciclopedia, e così via, perché si tratta di consultazione; un altro è la lettura di un’opera di narrativa, che implica un atteggiamento quasi empatico con l’oggetto, che va tenuto tra le mani, annusato, sfogliato, sul quale si sottolinea, scrive a margine, si fa “l’orecchio”. Si tratta di azioni che possono essere solo in parte compensate dai nuovi dispositivi.
Il piacere della lettura è ancora legato, e si ipotizza che lo sarà a lungo, a quella meravigliosa esperienza di cui parla Calvino.