La Visione è una grande fattoria alle pendici di un’alta collina che sovrasta la contea dell’ Herefordshire, al confine fra l’Inghilterra ed il Galles. Una sola grande casa, costruita in pietra e legno, piccoli casolari per il bestiame ed un pagliaio interrompono distese di campi coltivati, frutteti e pascoli. E’ qui che sono ambientate e si snodano le vite dei gemelli Benjamin e Lewis Jones, dei loro genitori Mary ed Amos, della sorella Rebecca e della piccola comunità di Hereford in questo che è il primo vero romanzo di Bruce Chatwin.
Per la prima volta il maestro dell’irrequietezza appende zaino e scarponcini al chiodo e costringe i suoi personaggi (ed il lettore) ad una sedentarietà quasi avvilente. Eppure l’esistenza dei gemelli Jones, nonostante il loro volontario esilio dal resto del Mondo, è un viaggio intenso e talvolta faticoso per l’impeto delle emozioni che quasi trasudano da ciascuna pagina. I due fratelli nascono nei primi anni del XX secolo e lungo un arco di tempo di ottant’anni sopravvivono ad eventi storici straordinari a cui negano il proprio interesse. Rifiutano il mondo esterno, finanche la modernità che esso propone pur di preservare la loro indissolubile unione, barriera e ricovero sicuro contro la sofferenza.
Lewis e Benjamin creano un proprio codice di condotta e di decodificazione sensoriale della realtà; dai primi giochi infantili alle prime cotte sino a condividere le stesse sensazioni corporee anche se a distanza l’uno dall’altro dando prova di una empatia profonda:
“ Il primo ricordo dei gemelli-un ricordo che condividevano con la stessa precisione-era il giorno in cui furono punti da una vespa…Mery stava dando a Lewis del tuorlo d’uovo con il cucchiaino e Benjamin, in preda ad un attacco di gelosia, agitava le mani per attirare l’attenzione quando con la sinistra colpì la vespa e fu punto…Ma Benjamin non pianse. Increspò solo la bocca e volse i tristi occhi grigi sul fratello. Perché era Lewis e non lui, a piagnucolare dal dolore e a carezzarsi la mano sinistra come se fosse un uccellino ferito. Continuò a frignare fino all’ora di andare a letto. Solo quando furono abbracciati l’uno all’altro i gemelli si assopirono- e da allora in poi associarono le uova con le vespe e diffidarono di ogni cosa gialla. Fu quella la prima volta che Lewis dimostrò la sua facoltà di liberare il fratello dal dolore prendendolo su di sé.”
In questa sorta di “unicità duplicata” Chatwin costruisce il paradosso della società inglese di inizio “900, protesa alla modernità ma vincolata a tradizioni sociali e religiose utilizzate per sfuggire alle proprie responsabilità. Leggendo il romanzo si assiste nondimeno quasi ad una concorrenza tra diverse professioni di fede: anglicana, cattolica, presbiteriana e buddista che la stessa famiglia Jones cerca di sperimentare senza una effettiva convinzione.
Ci si affeziona alla trama ed ai personaggi poco alla volta e scorrendo le pagine si attende o si immagina un finale prorompente, un colpo di scena ma la lettura di questo romanzo regala qualcosa di più che una sensazione di impeto, è la lezione umana ed intellettuale di un grande maestro.