Tutto è finito.
Intorno, voci in tripudio, pianti, sorrisi, strette di mano.
Un frastuono appiccicoso, un rombo colloso.
Riconoscenza ovunque.
Che però si mangia l’aria e ferma il tempo: non più buio e luce, silenzio e rumore, fine e inizio.
Tutto è immobile.
Vorrebbe tornare a viaggiare, attraversare continenti, difendere i deboli, fugare dubbi, spargere certezze.
Non può.
È lì, fermo, costretto a regolare il traffico di chi vuole rendere grazie, a concedere attenzioni senza scontentare nessuno.
Sotto un interminabile sole bianco.
La noia lo divora.
Decide.
È tempo di cambiare.
Un’esplosione.
E via!
C’è un altro Paradiso da riempire.