Il titolo originale è Hypnerotomachia Poliphili: significa letteralmente Battaglia d’amore in sogno di Polifilo. Si tratta di un vero e proprio enigma della letteratura italiana, per diversi aspetti: la composizione, l’impasto linguistico, l’autore, il senso.
Partiamo dai primi due aspetti. L’opera – un romanzo in prosa – viene pubblicata nel 1499 da Aldo Manuzio, il celebre scrittore-editore veneziano, che pubblica il libro in un’edizione straordinaria, ricca di preziose xilografie (172 per la precisione): un vero e proprio “pezzo da museo” della filologia umanistico-rinascimentale. Probabilmente, però, l’anno di composizione è antecedente: la tesi più accreditata sostiene la data del 1476, anno in cui si svolge la storia del racconto. Sul nome dell’autore, ci sono in ballo nomi di grande rilevanza, tra cui Pico della Mirandola, Leon Battista Alberti e Lorenzo de Medici, ma all’interno del testo sarebbe contenuta la soluzione: un acrostico, infatti, indica il nome di Francesco Colonna, da identificare molto probabilmente in un frate domenicano.
L’opera, in due libri, narra il sogno di un certo Polifilo, il quale, dopo essersi perso in una selva, compie un percorso di iniziazione che lo porta dall’amata Polia, insieme alla quale visita il palazzo di Venere (dove c’è la fonte della dea e il sepolcro di Adone); la stessa Polia racconta poi la sua storia d’amore per Polifilo e l’origine di Treviso (dove il libro, figlio di una vigorosa tradizione di matrice veneta, sarebbe stato scritto).
Ma il carattere più sorprendente dell’opera risiede nella lingua: un mix tanto anomalo quanto prezioso di volgare italiano (a base prevalentemente toscana) e latino artificioso, che si manifesta in forme lessicali e sintattiche complicate, ricche di giochi retorici ed eruditi.
E le immagini seguono le parole: agli occhi del lettore si presentano edifici, monumenti, templi e luoghi di ogni sorta, descritti in maniera accurata e quanto mai particolareggiata (e riprodotti nelle affascinanti xilografie dell’edizione manuziana). Da tutto ciò esce fuori un’opera singolare, che – al di là dell’aspetto “formale” – ha scatenato un fecondo dibattito critico circa il senso della vicenda narrata, che in ogni modo – in un’atmosfera onirica e mitica – fa emergere un cammino di iniziazione: un percorso che porta ad una Verità capace di illuminare e di interpretare il mondo.