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Ricettari letterari e artistici: libri da avere per una cucina creativa

Essere creativi in cucina significa molto spesso non seguire alcun libro di ricette ma inventare a mano libera e coltello mobile i più stravaganti primi e gustosi secondi. Per non parlare di dessert, contorni e antipasti vari. Se vogliamo portare ai fornelli e, perché no, invitare a cena Andy Warhol, Lewis Carroll e Filippo Tommaso Marinetti, meglio preparare o, se non altro leggere, i loro ricettari. Le licenze culinarie sono ammesse, come pure le divagazioni sul tema della farcitura e della cottura.

Quindi ricettario in una mano, forchetta come segnalibro, cominciamo con quello di Warhol. Il libro fu scritto a due mani con Suzie Frankfurt, famosa arredatrice molto popolare durante gli anni 50 a New York. I due si incontrarono fra una mostra e un pranzo di lavoro e decisero di scrivere insieme dei libri rigorosamente redatti e colorati a mano che si facessero beffe dei popolarissimi libri di cucina francese che andavano molto di moda durante gli anni del dopoguerra. Suzie scriveva le ricette, Warhol ne disegnava e colorava gli ingredienti e sua madre metteva tutto in ordine con una calligrafia impeccabile. Ne viene fuori Wild Raspberries (Lamponi selvatici), un coloratissimo libricino pubblicato nel 1997 dal figlio della Frankfurt. Le ricette, come è facile immaginare, sono più interessanti dal punto di vista artistico-creativo che da quello prettamente culinario. I disegni e i colori usati dal team di Wahrol per riempirli, diventano un laboratorio di sperimentazioni per nuove combinazioni cromatiche.

Per chi fosse a corto di idee per la cena, Lewis Carroll oltre a scrivere Alice nel paese delle meraviglie, si divertì a scrivere anche un piccolo libro di ricette frutto proprio della creatività espressa già nel suo famoso romanzo. The Alice in Wanderland Cookbook, A Culinary Diversion, raccoglie una serie di fantasiose e bizzarre ricette dai nomi davvero strampalati: funghi ambidestri, dolce di pane e burro volante, la torta dello specchio che ti guarda, solo per dirne un paio. Una colorata insalata di fiori di borragine, acacia e rosmarino? Meglio di no. Il libro contiene anche una serie di consigli per le buone maniere da seguire a tavola sia durante un ricevimento che in famiglia. Nel sedersi a tavola, ad esempio, il gentiluomo pone il braccio alla dama per accompagnarla e non si siede prima che lei sia comoda. Meno scontato è il suggerimento di non parlare del tempo, della pioggia e del sole con i propri commensali: argomento di conversazione a cui i sudditi di sua maestà sono affezionatissimi.

Se la genialità creativa e i nomi bizzarri delle ricette di Carroll sono gli ingredienti che servono per una cena artisticamente originale, Filippo Tommaso Marinetti potrà aiutarvi a prepararne una davvero speciale. Il Manifesto della cucina futurista, infatti, contiene ricette strampalatissime e abbinamenti improbabili. Al pari del progetto di Warhol e Frankfurt, anche il fondatore del movimento futurista intendeva con il suo ricettario sbeffeggiare i ricettari più in voga e i piatti più amati dalla borghesia italiana. Cominciando col demonizzare la pasta che, secondo Marinetti, rendeva gli uomini pesanti nel corpo e nello spirito, pessimisti e privi di creatività. La pastasciutta era ostile allo spirito allegro, vivace e generoso dei napoletani. Quando mangiavano la pasta il loro entusiasmo innato veniva smorzato dallo scetticismo più cupo. Per Marinetti, dunque, bisognava abolire il consumo di pasta e diventare il più originali e creativi possibile in cucina. Abbandonare forchetta e coltello per ritornare ad un consumo tattile del cibo, limitare la conversazione e la musica solo agli intervalli fra una portata e la successiva per non distrarre il gusto con gli altri sensi, utilizzare gli utensili da cucina come strumenti musicali e scientifici per scomporre e ricomporre ingredienti sulle tonalità e le scale di nuove gradazione gustative. Estro creativo e immaginazione non si limitano, in Marinetti, alla codificazione di regole: i suoi suggerimenti stravaganti ed impossibili per quanto riguarda abbinamenti di gusti e sensazioni spiazzano anche i palati più avventurosi. Il “carne plastico”, una variante di polpettoni di carne con verdure e miele e il “pollo d´acciaio”, arrosto ripieno di confetti argentei, sono tra i più geniali. A voi la lettura e la creazione. Buon appetito!