E’ successo tutto mentre guardavo l’albero di Natale, proprio quando mi sono resa conto che l’angioletto, quello di carta pesta sulla punta dell’abete, aveva perso una ala. E’ stato come se mi avessero conficcato una freccia nello stomaco. Che dolore! Ahi, ho urlato e in quello stesso momento ho sentito il campanello.
Chi è ? L’ho detto per inerzia, con la voce ancora mozzata dalla fitta. Non avevo voglia di aprire la porta chiunque fosse stato, in quel momento, non sarebbe stato ospite gradito.
La signorina Tollina. Era l’ultima persona che avrei voluto vedere, generalmente comunica rogne condominiali, ore di riunioni e scadenze per il pagamento di bollette. Ha molto tempo da perdere da quando è in pensione.
Un momento e arrivo. Ho alzato gli occhi al cielo, sono corsa allo specchio per assumere un aspetto accogliente e ho aperto la porta.
Buonasera signorina Tollina. Non è sposata e si fa chiamare signorina; l’ultima volta che le ho detto signora Tollina mi ha risposto stizzita: signorina prego!
Buonasera, avrei bisogno di parlarle. Aveva la voce rauca della fumatrice incallita e il grigiore del fumo sembrava essersi poggiato sul pullover, sullo sguardo e sulle rughe. Dimostrava tutti i suoi sessant’anni e il carré severo non l’aiutava.
Mi dica, non ho aggiunto entri pure, non volevo che notasse l’ala spezzata dell’angioletto sull’albero di Natale.
Si è toccata gli occhiali spessi, ha finto di levarsi qualche luppolo dalla maglia di lana a collo alto come per prendere tempo e poi ha esordito: E’ giunto il momento di togliere la stella di natale dal terrazzo.
Aveva un tono perentorio e ho pensato che avessero ragione a dire che era antipatica e saccente.
Come scusi?Ho indietreggiato con l’aria di chi ha bisogno di riflettere prima di prepararsi alla battaglia.
Lei si è schiarita la voce e ha aggiunto: La stella accesa fuori al balcone dà fastidio, non è opportuna per l’estetica del condominio.
Ah! Peccato che il terrazzo è mio e ci metto quello che mi pare. Quando voglio anche io uso toni irritanti.
Ha sgranato gli occhi sotto gli occhiali come se avessi maledetto qualcuno.
Ero molto arrabbiata eppure ho notato che aveva un bel paio di occhi verdi, senza quegli occhiali la signorina Tollina doveva sembrare molto più bella, di sicuro.
Le ricordo, cara Marta, che Natale è finito da un pezzo. Nonostante fosse in pensione la signorina Tollino non aveva perso i modi da maestra.
Stavolta ho schiarito io la voce per evitare di mettermi a urlare. Mi sembrava di stare su un ring, ci divideva solo il tappetino.
E chi l’ha detto che Natale è finito?
E’ scoppiata in una sonora risata, una risata di quelle trattenute da tempo che non vedono l’ora di esplodere. Marta, lei ha un bel modo di scherzare. Basta avere un calendario per rendersene conto, non le pare?
Adesso ero io a guardarla con gli occhi sgranati.
Quale calendario scusi, signorina Tollina? Forse il suo?Mi stava indispettendo.
Ha sorriso di nuovo, mostrando la dentatura; nonostante il fumo, sotto le labbra sottili nascondeva dei denti bianchi e lucenti. Mi sono chiesta se qualcuno avesse mai baciato quelle labbra così sottili e non so come mai, sarà stata anche la malinconia per l’angioletto, mi si è un po’ sciolta la rabbia. Facciamo una cosa signorina Tollina entri e ne parliamo con calma.
Ma io ho fretta… non me la sento… è tardi… disturbo. E’ timida a modo suo la signorina Tollina!
Venga dentro le ho detto. Non mi piace tenere un certo tipo di conversazione sulla soglia di casa.
E ‘entrata con fare dimesso come se fosse stata costretta ad obbedire ad un ordine inderogabile e poi si è accomodata sul divano con una naturalezza che quasi stonava.
Subito ha chiesto: Non ha ancora tolto l’albero di Natale ?
Come vede no. E le ho sorriso, tutto sommato la signorina Tollina iniziava a starmi simpatica. Mentre era seduta sul divano aveva già mangiato due cioccolatini, senza tante cerimonie.
Lei l’ ha fatto l’albero? Ho pensato che sarebbe stato meglio farmi gli affari miei, sapevo bene che la signorina Tollina non aveva fatto l’albero ma quando l’ho pensato era già troppo tardi.
No. Non amo Natale. Ha sospirato e si è accesa una sigaretta.
Capisco. La vergogna mi ha assalito il volto. Lei se n’ è accorta, mi ha sorriso: Non si preoccupi Marta.
Poi ha guardato l’angioletto, quello senza l’ala, quasi commossa. E non ha più sollevato lo sguardo da quell’ angelo di carta pesta.
C’è un motivo preciso per cui non amo Natale. I suoi occhi si erano riempiti di lacrime.
Nessuno ha mai saputo la storia che divide la signorina Tollina dal Natale, tutti sono bravi a inventarsi la loro versione. Eppure la solitudine della signorina Tollina resta un mistero. Di rado ha ospiti e la si vede uscire di casa solo per partecipare alle riunioni condominiali.
Senta signorina Tollina oggi è il 16 gennaio, la stella resterà sul terrazzo ancora per qualche giorno, poi tutto tornerà come prima. Glielo prometto.
Si è alzata, la cenere le è caduta sul pullover. E’ andata verso la porta e prima di salutarmi ha detto: Marta, quando decide di togliere l’albero dia pure a me l’angioletto. E’ il più bello che abbia mai visto.