Com’è amara e com’è dolorosa la nostalgia per la sua casa
poggiando la guancia sulla spalla della notte arreso a lei
alla sua casa silente sotto l’arco dei pini,
la notte legge le sue opere vegliando le porte e le finestre,
nessun fuoco tranne quello che crepita nel corpo libero, o ciò che divampa
sulla sua terra (oggi è buio quel passaggio verso la sua terra,
e il vento spira impetuoso da ogni parte),
com’è amara e com’è dolorosa la nostalgia
per ciò che rimane delle leggende del mio amore
com’è arduo parlare di lei, non ho fuoco
per questa carcassa
se non quello delle parole.
Adonis
L’amarezza di un distacco è la fregatura, ma non lo sappiamo o facciamo finta di dimenticarlo, quando ci innamoriamo.
Adonis, siriano-libanese, classe 1930, sebbene fuori da ogni schematizzazione, è oggi considerato una delle figure più influenti e autorevoli della poesia e della letteratura araba contemporanea.
Il poeta ci racconta l’amore in una raccolta di cento poesie. Un percorso che scandaglia le varie pieghe di questo sentimento, unendo erotismo e tenera emozione. Amore e poesia sono d’altra parte, nella concezione di Adonis, indissolubilmente legati. <<Proprio come l’amore, -ha affermato il poeta- non si “definisce” la poesia, la si prova, la si sente. La poesia mi aiuta a meglio comprendermi; non è un semplice mezzo d’espressione ma è “intimamente” legata alla mia esistenza: senza la poesia, senza dubbio non sarei niente. Si può immaginare una vita senza amore? Si può essere se stessi senza amore? Con la poesia, la mia identità si precisa, la mia relazione al mondo è più compiuta. Perché l’identità non si eredita, si inventa, è una “creazione”. La poesia è il più “intimo” di un uomo; e l’anima di un popolo>>.
In questo componimento, n° 92 della raccolta, il nostro autore si sofferma sul risvolto doloroso dell’amore. Se il l’immagine tipizzata della passione in auge è il calore di un fuoco che divampa, quello del distacco è la notte, che rende tetra la terra, che copre di buio ogni cosa.
Cosa resta infatti di un amore finito? “Le leggende del cuore”, suggerisce Adonis. È questa un’immagine molto interessante e appropriata. Il cuore cattura, elabora e conserva i segni del nostro amore, e quando materialmente esso esce dalla nostra vita, restano i simulacri di quei segni, percezioni, sensazioni, illusioni.
Ebbene, quando però la forza della fiamma si spegne irreversibilmente, le parole possono correre in nostro aiuto.
Dalla nostalgia di un amore che non è più carne, può nascere allora una poesia.