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L’ho persa

Giuro.

Ce l’avevo.

Ora però non la trovo più.

Deve essere stato quando ho preso il caffè.

La mattina sono parecchio distratto.

Eppure…

Eppure, me ne sarei accorto.

Mi sarei sentito più leggero.

No, no.

Era là.

Ne sono sicuro.

Era con me anche in bagno.

Assieme al libro.

Seduta accanto.

Ma, ma, ogni tanto me la guardavo.

Per scrupolo.

Così, tanto per essere sicuro.

Una sbirciatina.

Piccola.

Tra una pagina e l’altra.

Che si sa come funziona.

Che s’offende e poi son guai.

Una parolina qua, una là.

Scelta con cura.

Con estrema attenzione.

Equilibrio.

Bisogna averne.

Sempre.

E infatti, dopo, è uscita con me.

Docile docile.

Un cagnolino.

E dunque, non è stato nemmeno allora.

Mentre mi vestivo forse?

Nemmeno.

Ricordo di aver continuato a parlarci.

Lei rispondeva.

E le sue parole suonavano bene.

Anche il gatto le stava a sentire.

Giurerei che facesse le fusa.

Che giudici gli animali!

Troppo facili da stregare.

Borsa.

Chiavi.

Ecco, deve essere stato allora!

L’ho chiusa dentro!

Assolutamente no.

In treno.

A pensarci bene in treno mi sussurrava all’orecchio.

O forse urlava.

Ma il fragore era così tanto!

Poverina.

Come se lo avvertisse.

Uomini.

Donne.

Una folla transumante.

E travolgente.

Devono averla trascinata via.

In ufficio, infatti, ora che ho acceso il computer, non la trovo più.

Solo lo schermo bianco.

E la storia, la storia?

E dire che ce l’avevo.

Giuro.