Luis Sepulveda torna alla ribalta sugli scaffali delle librerie con trecento mila copie vendute col suo nuovo libro, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”. Un libro destinato principalmente ai bambini ma non disdegnato anche dal pubblico adulto. Un libro di sole novantacinque pagine che potrebbe tenervi compagnia in una fredda domenica pomeridiana, quando non sapendo come impiegare le vostre giornate questo libro vi ruberà solo un’ora del vostro tempo. Sepulveda lo dedica ai suoi nipotini perché nasce proprio per dare una risposta a quel bambino che, qualche anno fa, gli chiese perché mai le lumache fossero così lente. La storia narra di una colonia di lumache che hanno scelto come loro paradiso terrestre un prato da loro stesse denominato “Il paese del Dente di Leone”.
“In un prato vicino a casa tua o a casa mia viveva una colonia di lumache sicurissime di trovarsi nel posto migliore del mondo. Nessuna di loro si era mai spinta fino al limitare del prato, né tanto meno fino alla strada asfaltata che iniziava proprio là dove crescevano gli ultimi fili d’erba.”
Qui le lumache vivono nella loro perpetua apatia e atarassia, senza porsi né problemi né domande proprio perché qui hanno trovato tutto ciò di cui necessitano, e chiamandosi l’un l’altra con l’appellativo di lumaca. Ma tra loro si nasconde una lumachina, la nostra protagonista, che inizia a porsi quesiti che per il resto della colonia risultano strani e superflui. Prima di tutto la nostra lumachina trova ingiusto e scomodo che tutte loro si chiamino con lo stesso nome. Perché non ha un nome che faccia di lei una lumaca “speciale”? Ma soprattutto qual è il motivo della loro disarmante lentezza? È cosi che questo animaletto dal temperamento più energico e ribelle decide di avventurarsi con tutta calma alla ricerca di risposte. In questo viaggio conoscerà non solo altri animali ma la sua spiccata indipendenza e intraprendenza salveranno molte vite. Un libro che farà sorridere i più piccoli e riflettere gli adulti. Quest’ultimi sempre rapiti dagli impegni della quotidianità, coinvolti in corse frenetiche senza possibilità di riposo, forse dovrebbero imparare ad essere un po’ più lumache? A fermarsi un secondo dando la giusta priorità alle faccende ma soprattutto fermarsi per porsi delle domande senza farsi trascinare dalle masse e dal pensiero collettivo. Questo libro potrebbe insegnare che a volte sentirsi diversi non è sempre un male e che cercare le risposte è segno di forza morale e di coraggio. Ci mostra come l’intraprendenza e il desiderio di cambiare anche di un solo individuo può dare una svolta agli eventi e che non bisogna mai avere paura di andare verso l’ignoto.
Se da una parte c’è il detto “Chi va piano, va sano e va lontano”, non dimentichiamo che “in coscienza, non so dire se la situazione sarà migliore quando cambierà; posso dire che deve cambiare se si vuole che diventi migliore”. (Cit. Georg Lichtenberg, Osservazioni e pensieri)