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“Balco atlantico” di Jérôme Ferrari

Cosa ci dovrebbe essere di lodevole nell’estirpare dal nulla un essere che non ha chiesto niente per farlo diventare a colpo sicuro preda delle malattie, delle sofferenze, del fisco e della morte?

Balco atlantico è un romanzo breve ma denso, costruito abilmente attraverso temi imponenti come la violenza, la memoria, il contrasto ambiguo e mai risolto tra bene e male. Con due narratori in prima persona e un narratore onnisciente, la struttura si rivela ben costruita e mantenuta fino alla fine del romanzo. È proprio l’architettura che Jérôme Ferrari costruisce a rendere questa vicenda così interessante e stimolante.

Le storie che s’intrecciano appartengono a vari personaggi, tra cui uno dei narratori principali, Théodore: etnologo e professore, è stato internato per due anni in un ospedale psichiatrico a causa di un eccesso di memoria. Il suo disturbo lo portava a creare ricordi falsi, che lui stesso non era in grado di distinguere da quelli reali, così da trovarsi costretto ad annotare su diversi taccuini ciò che gli accadeva giorno per giorno. Il personaggio sviluppa, nel romanzo, una serie di riflessioni sulla memoria e sul confine tra fantasia e realtà che sono alcuni degli spunti più interessanti di questo libro.

L’ambientazione si sposta dalla Corsica al Marocco, paese di nascita di due fratelli che sono scappati inseguendo un sogno di felicità che si rivelerà evanescente e tragico. La ragazza, Hayet, lavora nel bar, frequentato anche da Théodore, dove si incontrano i principali rappresentanti del movimento nazionalista, tra cui Stéphane Campana, il cui cadavere viene ritrovato a inizio romanzo. Egli intrattiene da dieci anni una relazione ambigua e perversa con Virginie, innamorata di lui fin da bambina, completamente succube di quello che crede essere il più grande amore di tutti i tempi. È interessante notare, durante la lettura, l’abile sovrapposizione di quadri temporali e spaziali, interrotti e ripresi continuamente, la quale permette solo alla fine di ricostruire la successione cronologica degli eventi e l’azione dei personaggi.

Di questi, in particolare, non voglio dire altro, per non rischiare di svelare nulla che possa influenzare la lettura di questo romanzo. Lo consiglio a chi ha voglia di riflettere in un modo alternativo e nuovo su temi che, da sempre, appassionano romanzieri e lettori. È, a mio parere, un libro molto ben scritto, un episodio prezioso della letteratura europea contemporanea.