Il sacco sulle spalle, la barba bianca, è anche rosso…
– Angiulì, che, niente niente, ci hanno mandato a fare la scorta a Babbo Natale?
La mano del sovrintendente Huber corse istintivamente alla pistola.
-Agente Caramanico, quando fai ‘ste battute t’ammazzerei, quanto è vero Iddio.
Intanto il tesoriere del PD, scaricato il sacco sul sedile posteriore della 500L si era infilato al posto di guida ed era partito.
Sgommando.
Napoli, Via Toledo, esterno giorno. Questo pensa di stare dentro un film.
-Caramà, vagli dietro, che lo perdiamo!
Ma tu vedi un poco, pure la guardia ai soldi delle Primarie gli toccava fare.
-180.000 euro e tutti in monetine, mi sa che stasera gli elfi faranno baldoria.
L’agente Caramanico si divertiva proprio un mondo a farlo incazzare.
-Ti sparo, un’altra stronzata e ti sparo.
Un colpo.
Era bastato soltanto un colpo sul pedale e la moto era partita scendendo a precipizio da Via Simonelli. L’altra sarebbe salita da Via Diaz pronta a tagliare la strada a quel comunista del cazzo.
Sarebbe stata un’operazione perfetta. Due uomini che bloccano la scorta. Altri due che fermano il vecchietto che scende con le mani in alto. Il sacco a loro, e una buonanotte alle guardie.
– E’ nera Angiulì, è nera e non se ne vede la fine. ‘Sta strada è tutta ‘na buca.
-E tu non ne hai mancata una, Caramà. Evvabbè che ti ho detto di stargli dietro, ma con giudizio.
La Fiat, infatti, viaggiava a velocità sostenuta infischiandosene bellamente dei fossi mentre la logora Alfa arrancava e gemeva a ogni squarcio del manto stradale come un animale portato al macello.
-Sanghe ‘e chi t’he muorto!
La Yamaha li aveva sorpassati come se fosse stata sparata da un cannone e si era piantata davanti a loro provocando l’imprecazione dell’agente Caramanico che aveva frenato di colpo e ora si teneva la testa.
Dal parabrezza spaccato il sovrintendente vide i due uomini saltare giù dalla moto e infilare le mani nelle tasche dei giubbini.
Firmati, ebbe il tempo di notare.
-Che botta, Angiulì, che botta! Mò scendo e gliela faccio vedere io a ‘sti strunz!
Tra il vociare della folla che, assiepata sui marciapiedi, assisteva divertita all’incidente dei due poliziotti, l’orecchio allenato di Huber sentì distintamente il clic clac degli otturatori delle due pistole.
-Altro che Natale, a questi gli faccio festeggiare il ferragosto a Poggioreale, altroché.
Caramanico, grondante sangue dalla ferita alla fronte artigliò la leva della portiera e fece per uscire dall’auto.
Un piede.
Soltanto un piede dell’agente si posò sull’asfalto. L’altro prese a scalciare violentemente all’interno dell’abitacolo.
Una grandinata di colpi calibro 40 l’avevano fulminato prima che il collega potesse fermarlo.
Un urlo si alzò dal marciapiede di destra, subito seguito da un coro di strida provenienti da quello di sinistra.
La folla sbandò e istintivamente i killer ruotarono le armi in direzione delle grida distogliendo l’attenzione dal poliziotto superstite.
Beretta contro Glock?
Nemmeno a parlarne.
Fuggire?
E dove.
Avrebbe fatto la stessa fine del povero Caramanico.
Steso sul fondo del pianale, Huber sentì svanire l’eco degli spari e delle urla e riemergere il borbottio del motore dell’Alfa.
Tanto valeva tentare.
Spingere via il corpo dell’amico, innestare la marcia e partire furono un tutt’uno.
Come al bowling.
I due rapinatori volarono via travolti da una tonnellata e mezzo di acciaio infuriato.
-Hai visto Caramà, altro che ferragosto e Poggioreale, questi due passeranno l’eternità all’inferno.
Piazza Trieste e Trento, laggiù in fondo, era tutto un lampeggiare di pantere e di gazzelle.
E uno strepitare di botti.
A raffica e singoli.
Che facevano corona a un puntino bianco che il sovrintendente riconobbe per la 500 del tesoriere del PD.
-Hai capito a Babbo Natale! Deve esserseli tirati dietro fino al posto di blocco che sta vicino al Carciofo.
Tirò il freno a mano e respirò.
Per lui finiva lì, al resto potevano pensarci i colleghi.
Rischiare la vita una volta ci stava, ma due era davvero troppo.
E per un rosso poi!