“Se potessi ricominciare da capo, farei esattamente lo stesso. E così farebbe ogni uomo che ha l’ambizione di definirsi tale.”
Alla nascita gli fu subito dato il nome Rolihlahla, colui che combina guai, quasi a presagire che in qualche modo quel bambino avrebbe scosso il mondo.
Nelson Mandela nasce il 18 luglio del 1918 a Mvezo, un piccolo villaggio nel sud est del Sudafrica. Qui mostra un’innata indole ribelle, infatti quando il capo del suo clan gli impone di sposare una ragazza, come prevedevano le tradizioni locali, il giovane Nelson, in compagnia del cugino Justice, decide di fuggire a Johannesburg, rispettando così il suo forte principio di libertà.
I primi passi verso la politica e la conquista della libertà da parte della comunità di colore li muove nel 1942, quando, da giovane studente di legge, si unisce all’ African National Congress (ANC).
Dieci anni dopo Mandela partecipa con l’ANC alla resistenza in difesa dei diritti sociali, politici e civili dei neri e con il collega avvocato Oliver Tambo apre uno studio legale, Mandela e Tambo, offrendo una valida rappresentanza legale ai neri in difficoltà, e svolgendo tutto il lavoro quasi gratuitamente.
Nel 1961, dopo un primo arresto e un lungo processo, Mandela diventa comandante dell’ala armata del ANC, il MK( Lancia della Nazione), e coordina una guerrilla finalizzata al sabotaggio dei piani del governo sudafricano per porre fine alla sua politica pro-apartheid. Il MK nasce per sconfiggere definitivamente il regime segregazionalista bianco, e da questo e dai media sudafricani venne classificato come movimento terrorista.
Nel 1963 Mandela viene arrestato con altri capi del movimento a Johannesburg, una reclusione che durerà per quasi 27 anni, e che non spegnerà mai l’animo e il coraggio di un uomo che non lottava per la propria libertà, ma per quella di troppa gente.
Nelson Mandela in carcere studia, apprende nuove lingue, legge montagne di libri, scrive e invia messaggi a chi continua la lotta per libertà fuori dalla sua cella. Il numero che porta sulla sua giubba, 46664, durante questi anni diventa con lui il simbolo della lotta contro l’apartheid e un grido si estendo in tutto il mondo: “Nelson Mandela Libero!”
Fuori da quella cella qualcosa sta cambiando, le idee di libertà viaggiano rapide e si insinuano presto nell’animo della gente, Mandela non è solo e dal carcere continua a lanciare un messaggio chiarissimo:
“Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!”
Nel febbraio del 1985 gli viene offerta la libertà condizionata in cambio della rinuncia alla lotta armata, e il rifiuto giunge immediato, costringendolo ad altri 5 anni di carcere.
La libertà nel 1990 segna un cambiamento epocale per la comunità di colore, questa infatti diventa simbolo della vittoria del’idea di libertà e uguaglianza che colui che combina guai ha portato avanti per tutta la vita.
L’impatto mediatico che la presidenza di Nelson Mandela avrà sul mondo sarà fortissima e porterà ispirazione e rinnovamento alla società sudafricana.
Nel 1993, dopo anni di lotta sociale, Nelson Mandela e Frederik Willem de Klerk, presidente sudafricano che ne ottenne la scarcerazione, vengono premiati con il Nobel per la Pace.
Con la sua morte si spegne un faro del ‘900 e si conclude un’epoca che in lui conservava il ricordo di come si sia giunti ad una società non perfetta ma certamente migliore, all’interno della quale la tolleranza per le differenze di colore e culturali sono un bene inalienabile.
Nel 1995 Mandela scrisse un’autobiografia intitolata “Long walk to freedom”, pubblicata in Italia da Feltrinelli con il titolo “Lungo cammino verso la libertà. Autobiografia”, un testo che aiuta ad entrare in prima persona nelle questioni che hanno mosso un giovane uomo verso un impegno così grande.
Il caso ha voluto che la sera della sua morte, lo scorso 5 dicembre, a Londra venisse presentato un film tratto proprio dalla sua autobiografia, e questo mi ha spinto a riflettere sul fatto che abbiamo a nostra disposizione moltissimi mezzi per scoprire e informarci su ciò che accade nel mondo, e soprattutto per conoscere meglio coloro che questo mondo lo hanno segnato e reso un posto migliore. Non limitiamoci ad un post su Facebook, la memoria di questi uomini si onora condividendo con loro le storie che ci hanno lasciato, siano queste storie in un libro, in un film o in un semplice articolo.