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La complessità dei rapporti umani

Con Il veleno dell’oleandro Simonetta Agnello Hornby ci trasporta in un’atmosfera surreale, a tratti torbida. Il romanzo è ambientato in Sicilia, nella villa sperduta di Pedrara, circondata da una vegetazione fittissima e da alte pareti rocciose. Qui si riuniscono i tre fratelli Mara, Luigi e Giulia per stare vicini ad Anna, malata e spesso incosciente. I rapporti familiari sono piuttosto complicati: Anna è la madre naturale di Luigi, mentre Mara e Giulia sono sue nipoti, anche se le ha cresciute come figlie proprie dopo la morte di sua sorella e dopo averne sposato il vedovo, Tommaso, padre di tutti e tre i fratelli. In questo quadro si inserisce anche Bede, il personaggio più ambiguo e interessante del romanzo, la cui ambiguità fisica e morale confonde Mara e gli altri.

Protagonisti di questo romanzo sono rapporti umani faticosi, caratterizzati da un’incapacità comune a tutti di esprimersi e di restare uniti di fronte alla malattia di una persona cara: “continuavamo a essere un gruppo sfaldato, senza centro, l’ombra della famiglia che forse eravamo stati”. L’insicurezza pervade ogni gesto ed ogni discorso; i personaggi appaiono come anime solitarie disperse in una terra desolata che ogni tanto si incontrano ma non sono mai in grado di vedersi, di toccarsi, di comunicare.

S’intrecciano, con un’armonia che fa comprendere quanta desolazione abbiano in comune, le storie personali di ogni personaggio: la relazione malsana e violenta di Giulia con Pasquale, giunto con lei a Pedrara, il matrimonio fallito di Luigi e la sua inettitudine nel relazionarsi col figlio Thomas, la vita triste e fallimentare di Mara, che non è in grado di sostenere sua figlia Viola, malata di anoressia, il passato oscuro e misterioso di Bede, che viene rivelato, con grande abilità dell’autrice, poco alla volta, rendendo il lettore avido di conoscere.

La vicenda ruota intorno ad un tesoro nascosto chissà dove in casa, alle apparizioni inspiegabili di uomini sconosciuti vicino alle serre dove lavorano gli affittuari, alle misteriose ingiunzioni di Bede, del dottore che cura donna Anna e del notaio di andarsene al più presto, poiché restare in quella casa è troppo pericoloso per loro. È un romanzo toccante e cupo, che emoziona e incuriosisce. La voglia di conoscere tutti i dettagli delle storie che si incrociano continuamente mi ha spinto a divorare una pagina dopo l’altra, ma credo che leggerò questo romanzo una seconda volta, per indagare ancora più a fondo la complessità delle emozioni di personaggi così complessi.