La mia cassetta della posta ha fatto un patto. Dura da decenni ormai. “Giuro di non accogliere nulla che non siano bollette della luce, del gas o della spazzatura.” Con chi e perché non lo so, sta di fatto che un bel giorno lo sciolse. Il patto. E arrivò un invito. “Corso di motivazione per disperati. Mercoledì 9 gennaio. Teatro *, *, piazza Dante. Inizio ore 20:00. Firmato Michail Bulgakov.” Il Generale Foglio Bianco mi spiegò tutto. E prima che la mia bocca si chiudesse, peraltro. Aveva preso lui i contatti, appena saputo della tournée. Un uomo che aveva continuato a scrivere fino alla morte, nonostante non gli pubblicassero niente o quasi, aveva certo molto da insegnare. Ci sono spiegazioni date talmente bene che il silenzio ammirato è l’unica risposta possibile. La mia bocca- adesso chiusa dopo l’iniziale stupore- non osò profanarlo.
Il teatro quella sera era stracolmo di disperati, pardon, di gente. Aspettavano tutti con ansia cosa aveva da dire l’illustre Maestro. Ero riuscito, arrivando di buon’ora, ad occupare il mio bel posto in prima fila. Stavo godendomi languido il brusìo generale quando finalmente il sipario si aprì. Ciò che fu detto non lo riferirò. Siete stati invitati, per caso?
Finito lo spettacolo e ricevuti i complimenti, il Maestro si avvicinò. Io invece non riuscii a pronunciare parola. Ma in compenso erano i miei occhi a parlare per me. Mi feci coraggio e gli chiesi: “Mi parlerebbe del personaggio?” “Certo”- rispose- “il personaggio viene considerato l’elemento trainante delle azioni che costituiscono l’intreccio nella struttura dell’opera narrativa. Non necessariamente deve essere un agente umano, può essere anche un animale o addirittura una cosa. Inoltre egli non va identificato con una persona, anche se ne riflette gli attributi e le caratteristiche, perché la sua realtà e la sua vita sono quelle dell’universo letterario e del mondo che lo circonda nel racconto. Una prima distinzione può essere fatta tra personaggi principali e secondari. I primi sono i protagonisti, i veri portatori dell’azione, gli eroi della narrazione. Molti scrittori, quasi per manifestare la centralità della loro presenza, hanno dato il titolo alle opere stesse di cui sono protagonisti. Madame Bovary e Anna Karenina sono solo alcuni esempi. I personaggi principali, protagonisti o comprimari, costituiscono il punto in cui prende forma il messaggio che l’autore intende avviare, direttamente o indirettamente, ai suoi lettori-destinatari. Nei testi narrativi dell’antichità esisteva un solo personaggio principale. Ulisse è il protagonista incontrastato dell’Odissea, per esempio. Invece nei testi narrativi moderni il protagonista unico sta scomparendo, lasciando il posto a più personaggi principali che si dividono il ruolo di protagonista. I personaggi secondari (o comparse) svolgono un ruolo scarsamente incidente a livello di funzioni principali, mentre hanno grande importanza a livello di indizi perché informano sui sentimenti, sulle atmosfere volute dall’autore. Essi pertanto non partecipano attivamente agli eventi narrati e possono anche essere semplici comparse.
Un’altra distinzione può essere fatta tra personaggi statici e dinamici. Sono statici quelli che lungo il corso della narrazione non subiscono alcuna trasformazione. Don Abbondio, ad esempio, è statico, anche se non privo di spessore psicologico. Non muta dal principio alla fine del romanzo. Sono dinamici i personaggi che hanno capacità di mutamento. Essa può essere interiore o esteriore, quando per esempio segna il passaggio da una classe sociale all’altra, come Renzo ne I Promessi Sposi.
Un’ultima distinzione può essere fatta tra personaggi piatti e a tutto tondo. I primi sono costruiti attorno ad un’unica idea o qualità e sono caratterizzati da scarsi tratti psicologici, che di solito rimangono immutati nel corso della storia. Si possono definire “tipi” o “macchiette”, senza sfumature, come l’ipocrita, il furbo, l’eroe senza paura ecc. I personaggi a tutto tondo, invece, sono psicologicamente complessi, imprevedibili, difficilmente etichettabili. Naturalmente queste categorie devono essere considerate in modo elastico, tenendo presente che non escludono gradazioni intermedie. E’ possibile, infatti, che lo stesso protagonista sia relativamente piatto, così come è possibile che un personaggio secondario abbia una considerevole complessità psicologica.”
I miei occhi dovevano ancora esprimere adorazione perché il Maestro mi guardò compiaciuto. Poi mi salutò e scomparve. Il mondo aveva bisogno di lui.