Nel suo saggio “L’era del vuoto” Gilles Lipovetsky scriveva : “La società postmoderna è la società in cui regna l’indifferenza di massa, in cui domina la sensazione di ripetizione continua e di ristagno”.
La citazione dello scrittore francese ben si addice a presentare il connazionale Michel Houellebecq che di postmodernismo in chiave nichilistico-scientifica ha fatto il principale argomento delle sue opere. Houellebecq, scrittore intenso, saggista talvolta incompreso e sceneggiatore discutibile è una presenza imbarazzante ma per certi versi salvifica della cultura francese contemporanea capace di imporsi anche in contesti internazionali partendo dal suo primo saggio sull’autore che da adolescente lo ha iniziato alla visione letteraria “Howard Phillips Lovercraft. Contro il mondo, contro la vita”. Questo saggio, pubblicato nel 1991, non solo ha rinnovato l’ attenzione sullo scrittore americano ma suscitato l’interesse di tanti critici e scrittori (uno su tutti Stephen King che ne ha curato la postfazione) sullo stesso Houellebecq per l’accurata biografia e le dotte riflessioni.
Cinquantacinque anni, due matrimoni, un figlio ed un’infanzia infelice caratterizzata dall’assenza emotiva e fisica di entrambi i genitori, troppo impegnati nella propria carriera per occuparsi di Michel. In realtà il suo vero nome è Michel Thomas ma intorno ai 16 anni decise di acquisire come pseudonimo il cognome della nonna paterna che si occupò di lui sino agli anni dell’università. La passione per la chimica e la natura lo portarono a studiare alla Facoltà di Agraria a Parigi dove frequentò anche svariati circoli letterari e negli anni “80 iniziò a lavorare come tecnico informatico per un’azienda specializzata. La crisi coniugale e l’esperienza della paternità (l’unico figlio, Etienne, è nato nel 1981) gli provocarono una depressione che lo allontanò per qualche tempo dalle sue solite frequentazioni ma fu proprio Lovercraft a farlo riemergere.
La similitudine delle sue vicende umane con quelle dell’americano lo resero un suo epigone ed il successo seguito alla pubblicazione del saggio fu la chiave di volta per le successive produzioni.
“Come scrittore, personalmente non ho seguito Lovercraft né nella sua insofferenza verso qualsiasi forma di realismo né nel suo accanito rifiuto di ogni argomento basato su sesso o sul denaro; tuttavia credo di aver messo a profitto quello che allora definivo il suo aver fatto esplodere l’impostazione del racconto tradizionale tramite l’utilizzo sistematico di termini e concetti scientifici “ ( Lovercraft. Contro il mondo, contro la vita, Bompiani-2005, pag 6)
Con gli anni “90 si impongono importanti produzioni che inizialmente vengono accolte con scarso entusiasmo dai lettori. Houellebecq nei suoi primi romanzi approfondisce la sua riflessione sul liberismo economico, criticandolo e definendolo un male assoluto e causa della solitudine esistenziale dell’uomo. In “Estensione del dominio della lotta” del 1994 si possono trovare chiari riferimenti alla sua deludente esperienza lavorativa in una multinazionale:
“Il liberalismo economico è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi sociali. Ugualmente, il liberalismo sessuale è l’estensione del dominio della lotta a tutte le età della vita e a tutte le classi sociali.
In “Sopravvivere”, siamo nel 1991, Houellebecq parla al cuore dei giovani scrittori dispensando consigli su come poter scrivere la verità e la sua stessa verità in questa che è una raccolta di poesie e riflessioni è “Affondate il coltello negli argomenti di cui la gente non vuole sentire parlare. Il contrario del decoro. Insistete sulla malattia, l’angoscia, lo squallore. Parlate della morte e dell’oblio. Della gelosia, dell’indifferenza, della frustrazione, dell’assenza di amore. Siate abietti, e sarete veri” (cit.)Di paradossi e sarcasmo è condito il romanzo che lo ha reso celebre : “Le particelle elementari”, pubblicato nel 1999 e tradotto in molti paesi. I protagonisti del romanzo, i fratellastri Michel e Bruno sono vittime delle proprie ossessioni; per il primo gli studi scientifici, per il secondo la sessualità, descritta sul piano della pornografia e dell’erotismo.
Leggendo il libro non si può non riflettere sul voyeurismo scientifico di Houellebecq nei confronti della solitudine umana che indaga con metodica rappresentazione. Nel 2006 un adattamento cinematografico ad opera del regista Oskar Roehler, vittorioso di un Orso d’argento alla Berlinale, fece balzare il libro in testa alle classifiche divenendo un caso letterario.Tra il 1997 ed il 1999 in piena fase creativa, lo scrittore francese raccoglie saggi, interviste e poesie, quasi una summa delle sue riflessioni su temi esistenziali e pubblica “La ricerca della felicità” in cui sin dalle prime pagine cerca di mettere in guardia il lettore : “Non abbiate paura della felicità; non esiste” (cit pp 17).
Molti critici suggeriscono la lettura di questo saggio a coloro che intendano approcciarsi alla letteratura houellebecquiana poiché appassiona per le tematiche prettamente filosofiche sui valori e dis-valori dell’umanità ma è anche uno scorcio metodico su come affrontare queste stesse argomentazioni. Lungi dall’essere una profetica guida, il paradosso contenuto nella chiosa iniziale del libro si dispiega su una edotta descrizione della infelicità umana. Con “Piattaforma” (2001) lascia ai lettori una visione delirante ma perfetta della spartizione del mondo che i protagonisti del libro intendono compiere mentre in “La possibilità di un’isola” (2005) l’autore si spinge provocatoriamente sul tema della clonazione umana.
Houellebecq sente il bisogno di scrivere non per attenuare un dolore ma per un bisogno necessario, quasi un dovere. Come ha scritto Simone Barillari in un saggio dedicato proprio allo scrittore francese “scrivere fino a che soffrire renda degni della sofferenza di scrivere” (La ricerca delle Felicità, cit pp 368). Oggi Houellebecq vive tra Irlanda e Spagna con la seconda moglie Marie Pierre e sono davvero tanti ad attendere l’uscita del suo prossimo romanzo.