Siamo abituati ad immaginare Cleopatra come una donna regale seduta su un trono o gettata tra le braccia di uomini potenti. È un nome, quello della famosa regina d’Egitto, che richiama nella nostra mente migliaia di immagini, ed in questo siamo sicuramente aiutati dalle numerose trasposizioni cinematografiche che della sua storia sono state fatte. Ma siamo poco avvezzi a scrutare nella vita di una Cleopatra ancora bambina e poi ragazza, intenta a badare ai suoi fratelli e sorelle più piccoli e a capire quale sia il suo destino.
Così comincia il primo romanzo della trilogia La regina del Nilo di Javier Negrete. L’autore di propone fin dal principio di mostrare i sentimenti intimi della protagonista, di rivelarne le intenzioni profonde e le più sottili pieghe caratteriali. Ne scaturisce un personaggio estremamente umano, lontano dal mito che è diventato con gli anni. I suoi affetti, i luoghi a cui sente di appartenere, le sue paure, le sue speranze, tutto è raccontato dall’autore.
Ma non solo di Cleopatra si parla ne Il trono d’Egitto; viene narrata anche la storia di Cesare alle prese con il bellum civile, ed anche con il grande generale l’autore cerca di sviscerarne il più possibile emozioni e prospettive. Cesare è dipinto come uomo di guerra, estremamente sicuro di sé, impavido e temerario. All’orizzonte vi è un incontro tra i due, un incontro che sarà portatore di grandi svolgimenti del destino di entrambi.
Il romanzo è piuttosto scorrevole, fin troppo a mio parere, quasi eccessivamente semplice. Le intenzioni della’autore sono chiare, ma la sostanza, alla fine, è poca. Come sguardo d’insieme su tutta la trilogia, posso dire che poco spazio viene dato a ciò che accade a Cleopatra (che, leggendo il titolo, dovrebbe essere la protagonista assoluta) mentre un fiume di parole è dedicato alle battaglie di Cesare. È un libro che si presenta come storia grandiosa, ma che lascia molto poco al lettore.