Olympe de Gouges, è una scrittrice nata e vissuta in Francia, durante gli anni della rivoluzione. I suoi testi, incentrati sul femminismo, ebbero un enorme successo.
Marie Gouze, vero nome della scrittrice, nacque a Montauban il 7 Maggio del 1748.
Nel 1765, a soli 16 anni, sposò Louis- Yves Aubry, da cui ebbe un figlio. Solo un anno dopo, restò vedova.
Qualche anno dopo, Olympe lasciò la piccola cittadina natale, per trasferirsi a Parigi, dando cosi la possibilità a suo figlio di studiare, cosa che a lei era mancata.
Nella capitale francese, la scrittrice intreccia diverse relazioni sentimentali, tanto da essere definita “cortigiana” da alcuni. In realtà Olympe viveva con tanti uomini diversi che la aiutavano finanziariamente a sostenere il tenore di vita da lei desiderato.
E’ nel 1778 che inizia a scrivere: lo fa quasi come un passatempo, una delle tante distrazioni quotidiane delle signore borghesi. Scrive commedie teatrali, la sua passione. Ed è proprio una di queste, “L’Esclavage des Noirs”, del 1792 che la renderà celebre. Le sue commedie sono allegre, brillanti e piene di vitalità.
Tra le sue opere troviamo: “L’Homme généreux” (1786), “Les Démocrates et les aristocrates, ou les curieux du champ de Mars” (1790), “La Nécessité du divorce” (1790) e tanti altri scritti, tra commedie, trattati politici e sul femminismo.
Ma proprio nello stesso periodo, Olympe si fa notare e apprezzare per la stesura di due opuscoli politici, in cui parla di patria, riforme sociali, facendo emergere un forte senso di appartenenza della scrittrice alla sua nazione.
Grazie alle sue polemiche e al suo modo di fare e porsi con il prossimo, Olympe entra in contatto con personalità influenti: si incontravano nei salotti per discutere di politica, di emancipazione e del ruolo che la donna ricopriva in questo processo. La scrittrice, riteneva che le donne fossero capaci di ricoprire i ruoli riservati agli uomini e chiedeva il loro inserimento ai dibattiti politici e sociali.
Continuando la sua lotta, insieme a Maria Antonietta, scrive la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, in cui afferma “l’uguaglianza dei diritti civili e politici tra i due sessi, insistendo perchè si restituiscano alla donna quei diritti naturali che la forza del pregiudizio le ha sottratto”.
Nel 1793 si oppone alla legge sulla repressione degli scritti, affermando che ciò vada contro i principi repubblicani. Viene arrestata e rinchiusa in prigione e il 2 Novembre, condannata a morte.
Testimonianze dell’epoca, raccontano che Olympe salì al patibolo senza timore e sicura di ciò che ella stessa aveva affermato: “Come la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere altresì il diritto di salire alle più alte cariche”.
Venne sepolta al Cimitero della Madeleine.
Olympe nella sua vita è stata giudicata, disprezzata, talvolta amata, ma ha avuto il coraggio di manifestare le proprie idee, di denunciare l’errore e promuovere la novità, dare spazio alla donna mettendola allo stesso livello dell’uomo, cosa che forse oggi sembra “normale”. In realtà nella Francia rivoluzionaria, non era di certo semplice far valere i diritti di una donna. Ma questa scrittrice ci è riuscita, lasciandoci esempi tangenti delle sue lotte. Esempi, da cui ognuno di noi dovrebbe trarre insegnamento.