Chi di noi non si è lamentato almeno una volta di alcuni servizi delle Poste Italiane, colpevoli talvolta di recapitare plichi e lettere dopo decenni?
Il fenomeno è progressivamente diminuito grazie al Web ma ancora oggi alcune cronache ci parlano di ritrovamenti di lettere e cartoline risalenti a mezzo secolo prima.
È quel che succede in questo romanzo: viene recapitata al destinatario una lettera che il tempo ha voluto requisire, una missiva ingiallita ma dall’inchiostro ancora leggibile, quasi vivo come se il suo contenuto fremesse dall’essere letto.
Il destinatario? Un ormai “ex-artista” di 98 anni.
Protagonista di questo romanzo di Giorgio Marconi è il pittore Giulio Matreschi che vive in una casa di riposo nel cuore di Parigi gli ultimi scampoli di una esistenza intensa ed all’insegna dell’arte. Un luogo speciale, poiché accoglie ex-artisti: pittori, cantanti, scrittori, attori e musicisti che al tramonto della propria esistenza per decisione volontaria o spinti dalle famiglie, si ritrovano in questo luogo accogliente ma straripante di malinconia.
Giulio giunge alla “Maison de retraite pour ex-artistes” con il suo amico Edmondo, pittore di strada come lui con cui decide di allontanarsi dalla professione artistica nel momento in cui il peso degli anni stava avanzando.
“Avevo deciso che la mia vita era là fuori in piazza, in strada. In fondo al mio cuore mi ero sempre sentito un artista avventuriero, un romantico artigiano di matita e pennelli….Nel 1978, infine, approdai a Montmartre distante solo pochi metri da dove mi trovo ora a raccontarti la mia lunga vita”
Nelle giornate ormai silenziose e riflessive di Giulio giunge un giorno Goffredo, un funzionario delle Poste, che da Torino parte per incontrarlo e consegnare nelle sue mani quella lettera datata 18 Novembre 1939. Ad accogliere Goffredo alla Casa di Riposo c’è la capo-infermiera Yvonne, una donna giunonica di mezza età che, nonostante le forme abbondanti, ha un aspetto dolce e rassicurante.
Una sola giornata basterà a far incrociare i destini di tre persone e a recuperare i ricordi della lunga vita di Giulio; dall’infanzia nei campi pugliesi agli anni degli studi liceali, fino alla dirompente passione per la pittura e ai ritratti che lo porterà a viaggiare tra l’Italia e l’Europa.
L’anziano pittore racconta la sua vita in un crescendo di flashback e l’intensità dei suoi ricordi, mista alla sua grande abilità oratoria, rapisce l’attenzione del suo interlocutore sorpreso dall’esitazione dell’anziano nell’aprire quella lettera che avrebbe potuto mutare il corso degli eventi se fosse stata recapitata in tempo:
“So che stai per chiedermelo. No. Non ho avuto ancora il coraggio di leggerla. E non so se mai l’avrò! Già quando ho letto, l’indirizzo sul retro della busta con l’esortazione : “Su! Non aspettare! Apri, dai!!!, la calligrafia di Clara e quanto ho sentito: il profumo del passato, ha aperto in me uno squarcio su un mondo oramai perduto, ma mai dimenticato.”
Giorgio Marconi è un nome poco noto alla grande distribuzione ma dimostra con questo romanzo padronanza di buona tecnica e la capacità di coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima pagina, creando una storia d’amore speciale che non riguarda solo il rapporto di una coppia ma anche l’amore che l’uomo prova per l’arte.
Nel libro la passione tra Clara e Giulio riempie le pagine con tenerezza e non importa se manchi il lieto fine. Poter credere ancora alla potenza di sentimenti in grado di annullare barriere spazio-temporali, è uno dei grandi messaggi di questa storia.
Dice Goffredo in un passo del libro: “L’Amore non va mai sprecato” ed in questa storia l’Amore, quello autentico, il più importante di tutta una vita, riesce a compiere un’ultima impresa straordinaria!