Non respingermi se ti dico
Che scordo il suono della tua voce,
Che i tuoi occhi dimentico, felici mentre indagano
Traverso il tempo per scorgere il nostro matrimonio.
Ma quando sbocciano i fiori del melo
Sotto la luna dalle dita pallide,
Sul mio petto vedo il tuo chiaro volto
E i miei obblighi cancello, fingendomi malato.
Allora sulla mia camera chiudo
Le imposte a nascondere il giardino, dove lieta
E’ la luna per i fiori aperti, che la seducano
Con la loro bellezza, chiedendo d’esser ricambiati.
E a te levo le braccia dolenti
E il mio petto avido angosciato sollevo
E lacrimo davvero tormentandomi per te,
E alle porte del sonno mi slancio, per riposare.
Tutta l’ansiosa notte m’agito per te,
Sognando che sottomessa la tua bocca si porga alla mia,
Sento trasportarmi dal tuo petto vigoroso
In un sonno che nessun dubbio o sogno può insidiare.
David Herbert Lawrence
Cosa può l’amore? Cosa dà? Che cosa toglie?
Scrittore britannico vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, David Harbert Lawrence, è conosciuto al grande pubblico soprattutto per il suo romanzo “L’amante di Lady Chatterley”. Il linguaggio audace usato nelle descrizioni di scene di sesso, lo hanno posto al centro di non pochi scandali. Tuttavia in prosa, così come in poesia, emerge una penna vigorosa e carica.
L’amore è al centro dell’ispirazione del nostro poeta. In questo caso si rivolge alla sua amata con parole struggenti. La poesia, perfettamente in linea con lo stile delineato, tratteggia immagini intense.
Passione, tormento, notte sono gli elementi che emergono più prepotentemente. Tuttavia la luna, i fiori del giardino sono i caratteri che attenuano e addolciscono il componimento.
Nella prima parte il protagonista chiede di non essere respinto anche se ha delle mancanze, se non è attento. Egli è angosciato. Non può guardare la luna e i fiori che si scambiano amore reciprocamente. Quell’immagine è lontana dai tormenti del suo cuore. Ecco allora che lo ritroviamo negli ultimi versi, chiuso nella sua stanza, abbandonato a se stesso, in preda al ricordo e al desiderio della sua amata.
L’amore è fonte come sempre di sentimenti contrapposti. Concede delle sensazioni meravigliose, tinge la vita di colori brillanti, permette di raggiungere il piacere più grande. Tuttavia per quanto dona, tanto toglie. Sgretola ogni sicurezza. Tutto diventa precario. Tutto diventa inafferrabile.
A volte ci si chiede perché innamorarsi se poi si soffre. L’angoscia sembra infinitamente grande da sopportare, eppure l’amore vince sempre. Per quanto ci imponiamo di restarne fuori, esso si insidia nelle arterie del nostro cuore e lo fa suo. Qualsiasi cosa decidiamo razionalmente l’amore distrugge. Viviamo allora in balia di sentimenti opposti, su un’altalena dalla quale però, una volta saliti, non vogliamo più scendere.