Con Hermann Hesse la storia della letteratura e della drammaturgia contemporanea viene completata con un tassello che di per sé sintetizza stile, cultura e correnti di pensiero a cavallo tra il XIX ed il XX secolo.
Nella sua vasta produzione ci sono riferimenti all’idealismo hegeliano, al primo esistenzialismo nietzschiano, al naturalismo di Zolà sino al romanticismo alla Goethe, ma non si tratta di semplice emulazione. Le sue opere sono frutto di una originalità e di uno stile accurato e studiato in maniera quasi maniacale.
La sua complessa personalità e figura di intellettuale (scrittore, poeta, pittore) ha avuto vasta eco in Europa ed in Asia per la sua continua tensione alla ricerca ed alla scoperta della verità e della sapienza.
Un “der Suchende” (dal tedesco, colui che cerca), così si potrebbe definire Hesse da un punto di vista filosofico; un esponente del realismo romantico se pensiamo strictu sensu alla sua produzione in prosa. Nacque nel luglio del 1877 in Germania da una coppia di ferventi religiosi che per tradizione familiare aveva svolto numerose esperienze come missionari in India. Non solo i genitori Johannes e Maria Gundert, ma gli stessi nonni paterni e materni ebbero contatti con le civiltà orientali e ne furono interpreti e studiosi anche delle variegate e complesse lingue.
In un simile contesto , l’infanzia e l’adolescenza del giovane Hermann fu stimolata dal bisogno di viaggiare e conoscere culture altre, esigenza che non sopì affatto la conoscenza delle correnti di pensiero e dei fenomeni culturali europei di fine secolo.
Studiò infatti tra Svizzera e Germania e per brevi periodi sperimentò la vita in seminario sebbene con disastrosi risultati dal punto di vista della inclinazione alla rigidità della gestione monastica. Nel 1892 per sua personale scelta decise di proseguire la sua formazione in totale autonomia e da autodidatta iniziò quel percorso che lo avrebbe trasformato in un poeta ascetico.
Alternò per qualche anno la collaborazione nella casa editrice paterna con le sue prime pubblicazioni, quei “Canti romantici” (1898) che riscossero la critica positiva del Rilke. I primi lavori di Hesse furono molto condizionati dal pensiero di Jakob Burckhardt, dal suo pessimismo storico che rifletterà anche nello scrittore svizzero-tedesco una componente di frustrazione e sfiducia nei confronti della società europea.
A 27 anni sposò Maria Bernoulli, figlia del noto scienziato, dalla quale avrà tre figli. L’influenza culturale della prima moglie è tangibile negli scritti del primo decennio del “900 e dopo svariati viaggi tra Italia ed India e la conoscenza personale con celebri musicisti e scrittori, Hesse decise di ritirarsi a vivere in campagna presso la città di Gaienhofen dove il contatto con la natura lo ispirerà favorevolmente. In quegli anni furono infatti pubblicati alcuni primi romanzi e poesie di successo: “Gertrude”, “Sotto la ruota” quasi un’autobiografia, i poemetti “Sotto terra”, ed il romanzo “Peter Camenzind”. Con la crisi matrimoniale, Hesse iniziò un nuovo percorso formativo accostandosi alle correnti ascetiche orientali, in particolare quelle indiane. Tornò in India una seconda volta e da questo viaggio scrisse il saggio “Dall’India: annotazioni , diari, poesie, considerazioni, racconti”, una vera guida ancora attuale sul mondo orientale :
“…non mi limitai a visitare un paese sconosciuto, esotico, ma affrontando questo mondo estraneo fui sollecitato a fare soprattutto delle scoperte in me stesso e a superare delle prove nel mio intimo” (cit- pp 205, Oscar Saggi Mondadori, 1990).
Con il primo conflitto mondiale giunsero anche una serie di drammi familiari come la morte del padre , la malattia del figlio Martin, il suicidio del suo adorato fratello Hans ed il ricovero della moglie in una clinica per malattie mentali. Questi eventi, uniti alla sensibilità ed il fragile carattere dello scrittore, lo portarono ad uno stato depressivo che richiese un lungo periodo di assistenza psicologica ed in questa fase fu seguito dal Dott. Lang , ex allievo di Jung, che aiutò Hesse ad esaminare il suo inconscio ed a costruire il suo io.
Questo periodo stimolò in lui la curiosità sulla psicoanalisi ed ebbe effetti sullo stile ed i contenuti dei romanzi successivi, quali “Demian” per il quale fu premiato dalla critica e la raccolta di racconti “L’ultima estate di Klingsor” in cui per la prima volta appaiono marcati riferimenti alla vita politica tedesca. Con il “Lupo della steppa”, scritto in sei settimane di alacre lavoro dopo aver assistito più volte ad una rappresentazione del Flauto Magico e del Don Giovanni di Mozart, si palesa un processo introspettivo dei suoi personaggi con tecnica psicoanalitica. La crisi dell’uomo di fronte alla sua natura imperfetta, la ricerca di un io che possa dare risposte ed altre questioni trascendentali trovano il loro acme nel romanzo che gli diede la consacrazione a scrittore di fama mondiale, quel “Siddharta” grande metafora del pellegrinaggio dell’uomo sulla terra.
Dopo la guerra, Hesse ricevette la cittadinanza svizzera e conobbe personalmente Thomas Mann. In pochi anni divorziò dalla prima moglie, sposò in seconde nozze la cantante Ruth Wenger e conobbe la terza moglie Ninon Dolbin con cui resterà legato sino alla morte. Negli anni immediatamente precedenti al secondo Conflitto Mondiale, fu pubblicato “Narciso e Boccadoro”, romanzo che avrebbe segnato la sua fama ma aperto un dibattito negli ambienti nazisti che ne vietarono la pubblicazione in Germania.
Dalla Svizzera per tutta la durata della guerra aiutò molti amici e scrittori tedeschi, soprattutto ebrei, ed in più di un occasione riuscì ad evitare loro l’internamento nei campi di concentramento. Dagli anni “40 in poi Hesse raccolse e revisionò le sue numerose opere e continuò a scrivere saggi di impronta filosofica. Tra questi sono particolarmente ricordati “Pellegrinaggio in Oriente” e “Il giuoco delle perle di vetro”, scritti rispettivamente negli anni “30 ma poi ripubblicati successivamente.
A coronamento di una carriera e di una vita consacrata all’arte ed alla letteratura, nel 1946 ad Hesse fu conferito il premio Nobel alla letteratura. L’accoglienza del mondo intellettuale a questo premio fu timida poiché era ancora forte la scia distruttiva di una guerra che aveva lacerato interi paesi ed ancor più, baluginava ancora lo scoppio delle due atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Pur schivo della notorietà e del clamore, Hesse continuò a scrivere ed a pubblicare articoli e considerazioni su quel mondo andato in ceneri e che andava ricostruito.
Morì nella sua residenza ticinese di Montagnola il 9 Agosto del 1962.