Ha sintetizzato alcuni dei caratteri più autentici del neorealismo, sia per le sue radici personali – legato a un mondo estremamente popolare – che per gli stretti legami con la tradizione della sinistra e del movimento operaio: stiamo parlando di Vasco Pratolini, lo scrittore fiorentino (nato nel 1913 e morto a Roma nel 1991) che intese fare della sua opera diretta espressione della coscienza del proletariato cittadino, rappresentandone i principali valori morali e comunitari.
Nato egli stesso da umile famiglia operaia, Pratolini equipara la propria posizione letteraria quasi a quella degli antichi “cronisti” fiorentini, totalmente partecipi della realtà che raccontano e di cui sono testimoni. E dopo primi esperimenti di letteratura in tal senso, agli inizi degli anni ’50 intraprende il suo progetto più ambizioso: una trilogia (divenuta in realtà, successivamente, una tetralogia, seppur incompiuta) dal titolo Una storia italiana, con l’intenzione di narrare le vicende della società italiana dalla fine dell’Ottocento fino al presente. Il primo romanzo della trilogia appare nel 1955, dopo una composizione durata all’incirca tre anni. Il suo titolo riprende il nome del protagonista: Metello.
È un romanzo storico, ma fortemente intriso di lirismo e scavo psicologico, ed è soprattutto per questo che molti critici hanno sottolineato già il superamento del neorealismo in senso stretto. Come spesso accade in letteratura, non è sempre giusto “etichettare” un’opera con una corrente artistica ben precisa; più utile è cercare di capire le ragioni profonde che spingono l’autore ad affrontare certe tematiche. Ed è chiaro che per Vasco Pratolini, di famiglia operaia e da sempre dalla parte del popolo, risulti di primaria importanza mettere in luce i propri valori: la solidarietà, l’amicizia, l’amore, la lotta quotidiana per la vita. L’Italia, nel momento in cui nasce il progetto di Pratolini, è una Repubblica giovane, e l’autore avverte l’esigenza di dipingere in letteratura una società che, tra mille difficoltà, ha combattutto per la libertà e quotidianamente suda per affermare i propri valori.
Romanzo storico – come si è detto – Metello è anche, forse soprattutto, un romanzo di formazione. Protagonista è Metello Salani, orfano che viene allevato da una famiglia di contadini nel Mugello, i quali sono costretti ad emigrare lontano. Senza prospettive Metello giunge nella Firenze di fine Ottocento. La città toscana, nella quale convivono antico e moderno, e in cui – in modo particolare – si agitano fervori sociali di straordinaria importanza, è lo scenario della narrazione. Arrivato in città poco più che quindicenne, Metello comincia a scoprire l’amicizia (con un tale Betto) e il lavoro; sceglie di fare il muratore, ed è proprio attraverso questo lavoro che il ragazzo si fa uomo. Il protagonista del romanzo scopre la solidarietà speciale che lega uomini apparentemente tanto diversi; iniziato alla politica, comincia a frequentarne gruppi attivi, inizia a capire e poi a far proprie le dottrine del socialismo e del comunismo, apprende i concetti di uguaglianza e di anarchia. È a questo punto che si intrecciano numerosi avvenimenti: Metello scopre l’amore con Viola, ma la donna della sua vita è Ersilia, donna dal forte temperamento, da cui avrà anche un figlio. In mezzo, un servizio militare a Napoli e le difficoltà nel lavoro, con il settore dell’edilizia sempre più in crisi e la forbice sociale che aumenta spaventosamente. La lotta di classe tra operai e imprenditori entra nel vivo. Metello ha ormai preso piena coscienza della lotta di classe, dotandosi di efficaci strumenti, ideologici e non; i lavoratori, organizzati in sindacati sempre più autonomi e battaglieri, sfociano la loro rabbia nella violenza e nel sangue.
La lotta per l’aumento del salario e per l’ottenimento di migliori condizioni di lavoro si concluderà con una vittoria, seppur parziale, dei lavoratori stessi. Metello rifiuta l’ “imborghesimento” delle cariche ufficiali e completa la propria formazione di uomo, ora più che mai “consapevole”.
Al di là del fecondo dibattito critico che il romanzo ha suscitato, sia dal punto di vista stilistico che contenutistico, non possiamo non mettere in evidenza l’estrema attualità dell’opera, punto di riferimento indiscusso nella lunga battaglia dell’uomo per i diritti dei lavoratori.