Alte cariche, sindaci, scienziati: tutte grandi figure con cui per un bambino è difficile confrontarsi. Facile ridurli a macchiette, esempi di esagerazioni burlonesche o antipatiche. E allora i tre libri di oggi ci dimostrano che anche loro, dall’alto dei loro scranni, sono esseri umani, sono stati bambini, combattono con la vita come tutti. Personalità, dunque: via con la carrellata!
Quel genio di Einstein, Jennifer Berne (illustrazioni di Vladimir Radunsky, Donzelli)
Fai così: chiudi il computer, lascia lì tutto un momento, scendi per strada e ferma uno sconosciuto o citofona al vicino del primo piano che non incroci mai per le scale o corri all’edicola di fronte e blocca il vecchietto di turno con Cronaca Vera o il bambino con Topolino o la sciantosa con Vanity Fair e guardali forte negli occhi e digli SCIENZIATO. Ti risponderanno: Einstein; e vorrei vedere! Quella faccia scapigliata che nove volte su dieci ha la lingua di fuori o lo sguardo spiritato incarna la quintessenza del genio. Gli attribuiscono citazioni apocrife surreali, “Amore è invecchiare felici mano nella mano” (Albert Einstein) e pensi: ma non diciamo fesserie, dai, che Einstein piuttosto che dire una simile vaccata avrebbe testimoniato che la relatività l’aveva compresa giocando coi Lego. Una figura mitica, che tutti conosciamo per aneddoti sparsi e opinabili ma che nominiamo spesso e volentieri, che ha cambiato molto della nostra quotidianità scoprendo cose ben più grandi di noi. E allora è stata scientifica Jennifer Berne a raccontarci la storia di questa icona della scienza, soffermandosi principalmente sul lato umano: la crescita difficile, la scarsa attitudine al linguaggio, la curiosità esasperata, fin eccessiva, il lavoro non proprio gratificante nonostante le capacità d’altro spessore, finalmente il successo nella cerchia scientifica e le grandi intuizioni. L’accento è posto proprio su questo: si trattava di intuizioni, di frutti della voglia di capire, di imparare, di entrare nel meccanismo. Albert Einstein non era “un genio”, qualcosa di ultraterreno ed irraggiungibile; era un ragazzino curioso, vorace di comprensione del mondo, che sapeva divertirsi ed emozionarsi per i fenomeni più banali – eppure, a guardarli con occhi attenti, incredibili.
Le illustrazioni di Radunsky sono giocose, pimpanti, accompagnano il lettore nell’universo variopinto e stimolante del giovane Einstein: verrà voglia anche a voi di cercare gli atomi con la lente d’ingrandimento, ma non sentitevi stupidi. L’importante è provarci; anche perché a molte domande che Einstein si è posto ancora manca la risposta. Potreste trovarla voi.
Se io fossi il sindaco, Kim Cecil (illustrazioni di Rashin Kheyrieh, Sironi Ragazzi)
Juanita è una piccola e fortunata abitante di Brasilia: con la sua famiglia va a fare la spesa al supermercato e soddisfa la fame con tanti bei piatti appetitosi che la mamma le cucina. Ma un giorno il corteo elettorale del candidato sindaco costringe a una deviazione la sua macchina, che passa così per le favelas: scopre che in molti, moltissimi, troppi non mangiano. Quella sera Juanita decide che anche lei preparerà il suo programma elettorale: studia, chiede, si informa, scrive e scrive e scrive. Così nasce un programma ambizioso: costruire un mercato fuori città dove il cibo costi poco e tutti possano permetterselo, e un ristorante in cui si paghi un prezzo risibile e il weekend ci siano pasti gratis per tutti quelli che ne hanno bisogno. Pensate che sia utopistico e frutto delle idee di una bambina un po’ troppo naif? Beh, sappiate che proprio in Brasile è stato realizzato: a Belo Horizonte, come spiega l’appendice al bellissimo volume di Kim Cecil. Bravissima la casa editrice Sironi, che tenta la strada della letteratura per ragazzi in una chiave “world”, pescando il meglio e meno noto da tutto il mondo. Non lasciatevi scappare questa gemma illustrata con allegria da Rashin Kheyrieh: i personaggi, con il loro occhione da pesce e il loro aspetto da matrici, hanno personalità ed espressività inaspettate, una grana materica divertentissima e una simpatia innata.
C’era due volte il Barone Lamberto, Gianni Rodari (illustrazioni di Javier Zabala, Einaudi Ragazzi)
No, d’accordo: non è una novità. Ma volete mettere l’occasione di tornare a parlare di un simile capolavoro che a periodi alterni finisce nel dimenticatoio?
Il Barone di Rodari non è così simpatico come ci si aspetterebbe, ha novantatré anni, nuota nei soldi – e infatti vive su una villa in mezzo all’Isola di San Giulio sul Lago d’Orta, hai capito! – ha un elenco di malattie che solo il maggiordomo Anselmo ricorda, paga profumatamente sei persone per ripetere continuamente il suo nome e così, per una specie di sortilegio, mantenersi giovane. La storia è piuttosto scura nelle tinte: molti vogliono i soldi del Barone, qualcuno lo desidera cadavere, una truppa di sequestratori (“i ventiquattro Elle”) metterà in scacco tutto il lago assaltando l’isola. Alla fine, come ci si aspetta da tutto questo turbinìo di eventi, il novantatreenne protagonista morirà; ma la farà in barba, oltre che al perfido e avido nipote, alla morte stessa.
Tanti, tantissimi personaggi, un maggiordomo per cui fare il tifo, eventi che toccano il lato più oscuro e feroce dei rapporti umani (l’avidità, l’invidia, il desiderio di protagonismo), ma un Rodari strepitoso e poco “battuto” nel resto della sua produzione, che letto a dieci anni ha tutto un altro sapore rispetto ad una lettura adulta – non consigliata, obbligatoria proprio: l’avete già letto? Rileggetelo, è un ordine. E in questa nuovissima veste è illustrato da Javier Zabala, un apprezzatissimo (e premiatissimo) artista di Léon, España: guardatevi il suo sito e immaginatevi i tratti netti e visionari dei suoi disegni sulla trama del nostro Gianni, che è uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Per chi vi scrive, sul podio.
Vi siete persi le puntate precedenti? Niente paura: eccole qui!